Di Antonio Pirozzi
Siamo un gruppo di cittadini termolesi, molti dei quali fortunati residenti in uno dei luoghi più belli e panoramici della nostra città: quella parte terminale di via Fratelli Brigida e di corso Vittorio Emanuele III che s’affaccia a sud-est.
Un vero e proprio “balcone” della città, da cui è possibile ammirare la spiaggia di Rio Vivo e tutta la costa sud del Molise fino al Gargano che custodisce, non a caso, uno dei suoi simboli più antichi e preziosi: la Torre del Meridiano, chiamata così perché considerata il punto d’incontro tra il 42° parallelo e il 15° meridiano che in realtà, come sappiamo dalle rilevazioni degli esperti, è collocato qualche centinaio di metri più a sud, in piena battigia.
Perché è proprio affacciandosi da questa Torre che chi la eresse, attorno al XIII secolo, poteva avvistare per tempo le flotte ostili di Turchi e Saraceni pronti a saccheggiare la nostra costa.
Ebbene oggi questa funzione, seppure simbolica, le sarà presto preclusa. La Torre, dopo otto secoli, smetterà di “vigilare” il mare Adriatico e sarà colpa di un “progresso” che sembra poter cancellare, forse per avidità, forse per interesse o forse per semplice incuria e ignoranza, ogni traccia della nostra storia e con essa della nostra stessa identità.
Le immagini che alleghiamo esprimono visibilmente la ferita impressa al monumento ed alla sua funzione originaria dall’ennesima operazione nella quale, nella nostra città, per fini facilmente comprensibili, s’è favorito e prescelto, magari anche senza il pieno rispetto delle regole, il “cemento” in luogo della cultura, delle tradizioni e del ricordo.
Al cemento sembra affidato in maniera esclusiva il futuro della città anche a seguito delle scelte operate dai suoi amministratori, ma un futuro senza memoria e senza rispetto della storia è un futuro senza speranza. Per questo la domanda che rivolgiamo, attraverso le vostre pagine, alla comunità termolese ed a chi l’amministra è semplice, ma essenziale: possono il cemento e gli interessi ad esso collegati, sommergere e porre nell’oblio, senza alcun rispetto, la nostra storia?
La nostra lettera vuole essere un modo per sensibilizzare al tema sia i cittadini sia i politici di riferimento.