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RAI. ‘Di Tutto’: (Lei Dice) ‘Di Più’

Di Vittorio Venditti

Davvero E’ La Più Seguita?

In un mercato drogato alla bisogna per trarne vantaggi sempre e comunque, s’inserisce anche l’ascolto o visione dei programmi radio-televisivi che oggi comprendono persino quanto accade in Rete, ‘scelta’ che serve a soddisfare situazioni politiche al limite del lecito in ogni parte del mondo cosiddetto ‘democratico’, per la serie: ‘se non credi a quello che dico, dà retta a me’.

Rai

S’è fatto un gran parlare nei giorni di fine duemilaventiquattro dei risultati ottenuti da mamma RAI in tal senso, ovviamente solo sui suoi canali, visto che ‘se non mi vanta mamma lo faccio io’.

Il benpensante di turno ora dirà che chi scrive ha la maleducazione insita nel suo animo perché una testata, soprattutto se piccola ed insignificante come la presente, dovrebbe avere il tatto di non discutere delle vicissitudini di altri nel campo, in particolar modo se comunque più importanti della voce che si sta facendo gli affari altrui, volendo utilizzare un lessico giornalistico pulito. Questo telematico dice la sua, in quanto non può ne vuol percepire alcun emolumento, in ottemperanza alla ragione stessa della propria esistenza ed anche perciò ha diritto di critica verso chi riceve obbligatorio foraggio anche dal gestore di cotanta impertinenza..

Visto quanto scritto in incipit, la risposta di rimando propone almeno tre domande per essere diplomatici: L’ente radio-televisivo di Stato sarebbe davvero il più seguito se i cittadini italiani non fossero costretti a pagare un abbonamento estorto e destinato a quel carrozzone, droga del mercato in tema? Chissà quanti spettatori o solo ascoltatori (a dire della RAI ‘formati alla bisogna in nome delle Leggi dello Stato’) resterebbero sui canali dell’emittente pubblica se non fosse per esaminare il prodotto forzatamente pagato con il loro sudore? Per parzialità onestamente dichiarata da chi ha redatto e pubblicato lo scritto che si sta leggendo: in quante occasioni accade che chi dice di essere la voce di tutti, dimentica per strada gente che ha determinate disabilità e non può comunque fruire a pieno di ogni parte di quanto trasmesso?

Breve inciso. S’è già discettato su spot che operano come viene di seguito descritto. Stavolta si tratta di RaiNews (canale 48). Questo, quando propone le previsioni del tempo, non sempre lo fa con la voce dell’annunciatore che descrive quanto in video. Sarà capitato a chi fa parte dei quattro lettori di gambatesanews d’assistere a questi comunicati messi in onda per mostrare la cartina che descrive la situazione meteo. L’evento è trasmesso con una musica di fondo e nessuno che chiarisce a chi non vede le evoluzioni proposte, cosa frustrante non tanto perché sia di vitale importanza conoscere notizie magari già trasmesse, quanto per via del fatto che in quel frangente, chi non ha la facoltà di osservare lo schermo e non fruisce di quelle notizie, le stesse le ha pagate come chiunque, vedente, versi regolarmente quei contributi che di rimando dovrebbero restituire servizi uguali per tutti. A nulla vale il dire che i ciechi sono esenti dal pagare il canone perché dovendo ripetere la segnalazione del proprio status ogni anno, tal situazione diventa ancor più offensiva per l’utente che (già all’ergastolo senza possibilità di sconto di pena) preferisce evitare tal incombenza, magari sperando che qualche burocrate in tema possa pagare con la perdita della vista tal forzatura ed a seguire riesca a far capire che di chiacchiere morte la RAI ne dice tante, qualcuna utile in più non guasterebbe.

Tornando a bomba. A proposito di ciò che (esclusivo) viene definito ‘canone’, va ricordato che in nome dell’uguaglianza, la RAI, come le altre testate, propina ventiquattro ore al giorno, sette giorni su sette, ogni anno (bisestile o meno) che Dio regala alla vita, pubblicità che a volte viene disturbata da film e programmi che non sempre sono all’altezza di quanto nei loro obiettivi. Gli altri ottengono contributi più o meno importanti da Leggi e Leggine costruite attorno ed in favore dell’editoria che dovrebbe vivere del proprio lavoro, norme che gestiscono un giro d’affari che permette il sostentamento di tanti che spesso sono omologati per mezzo del copia/incolla che non è solo una prerogativa di chi divulga notizie d’ogni genere, ma questa è una soluzione che è di gran lunga meno proficua dell’odiosa tassa di cui al collegamento ipertestuale proposto poco sopra.

Dunque: La RAI, Senza Obbligo Di Canone, Sarebbe Davvero La Più Vista?