Di Luca Giordano
Polemiche per l’esclusione del trapper Tony Effe dal concerto di capodanno che si sarebbe dovuto svolgere al Circo Massimo a Roma. Dopo un primo invito del comune nel quale era scritto che insieme a Mahmood e Mara Sattei, per l’appunto Tony Effe avrebbe dovuta animare l’ultima notte romana dell’anno, è arrivata la comunicazione della giunta di Gualtieri nella quale si è resa pubblica la decisione di non far esibire il trapper viste le proprie canzoni altamente maschiliste e che dunque non sono veicolo d’esempio positivo soprattutto per un evento patrocinato dal Campidoglio.
Da questa decisione tutti i più seguiti cantanti italiani hanno gridato attraverso i loro canali social alla censura. Proprio loro che quando avviene un caso di femminicidio si mostrano dispiaciuti e che organizzano spettacoli per la sensibilizzazione verso le nuove generazioni sulla violenza di genere.
E’ dunque legittimo pensare che questi finti buonismo e attenzione verso le donne siano solo il risultato di qualcosa che è dettata dalla società odierna, visto che i maggiori esponenti del pop italiano tollerano testi come quelli di Tony Effe come la canzone ‘Dopo Le Quattro’ dove dice letteralmente “ Ti sputo in faccia solo per condire il sesso Ti chiamo putt… solo perché m? l’hai chiesto Ti sbavo il trucco, che senza stai pur? meglio Ti piace solamente quando divento violento”, insomma non proprio una cantica dedicata alla figura della donna.
E’ evidente che quelli che hanno successo oggigiorno siano dei burattini di bella presenza, giostrati dalle etichette discografiche che si servono anche di queste polemiche per monetizzare dai propri assistiti.
Difficile esser d’accordo con quelli che ci amministrano, eppure Tony Effe ci è riuscito.