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COLDIRETTI MOLISE: SU 100 EURO DI SPESA L’UTILE PER L’AGRICOLTORE È DI SOLI 7

Di Cesare Scalabrino

CLAUDIO PAPA, SERVE UNA PIU’ EQUA DISTRIBUZIONE NELLA CATENA DEL VALORE

Coldiretti Molise

Con la forbice dei prezzi tra produzione e consumo che aumenta da 3 fino a 5/6 volte dal campo alla tavola, su 100 euro spesi dal consumatore per l’acquisto di prodotti agricoli freschi, meno di 20 euro remunerano il valore aggiunto degli agricoltori, ai quali, sottratti gli ammortamenti e i salari, resta un utile di 7 euro, contro i circa 19 euro del macro-settore del commercio e trasporto. Il dato scaturisce dall’analisi della catena del valore, realizzata da ISMEA (Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare) sulla base dei dati Istat disponibili. Per i prodotti alimentari trasformati la situazione è ancora peggiore con l’utile dell’agricoltore che si riduce a 1,5 euro, solo di poco inferiore a quello dell’industria, pari a 1,6 euro, contro i 13,1 euro del commercio e trasporto che fanno la parte del leone.

“Permangono – scrive Ismea – squilibri strutturali nella distribuzione del valore lungo la filiera agroalimentare, con le fasi più a valle, quali logistica e distribuzione, in grado di trattenere la quota più elevata del valore finale del prodotto, a discapito soprattutto della fase agricola”.

L’approfondimento sulle filiere della pasta e della carne bovina ha messa in luce una situazione di sofferenza, con margini particolarmente compressi, se non addirittura negativi, per le aziende agricole e gli allevamenti, mitigati solo dal sostegno pubblico, attraverso la Pac e gli aiuti nazionali.

“Una situazione – osserva il Presidente di Coldiretti Molise Claudio Papa – che evidenzia la necessità di intervenire con una più equa distribuzione nella catena del valore con la recente normativa sulle pratiche sleali lungo la filiera e la rilevazione dei costi standard sotto i quali non devono scendere i compensi”.

L’inflazione che ha ridotto il potere di acquisto delle famiglie ha comportato un aumentata sensibilità verso il cibo locale, con oltre sei consumatori su dieci che hanno fatto almeno un acquisto nel 2024 in un mercato contadino, con i farmers’ market diventati ormai un appuntamento fisso per la spesa dei cittadini accanto a supermercati e negozi di vicinato.

A spingere gli acquisti dal produttore è soprattutto la garanzia della salubrità e della trasparenza di quanto portano a tavola. Il 73% degli intervistati ritiene infatti che comperare direttamente dall’agricoltore sia la via più sicura tra tutte le forme di distribuzione, dal supermercato al web. Al secondo posto si piazzano i mercati contadini rionali che garantiscono la sicurezza del cibo per il 69% degli intervistati e precedono i negozi di vicinato (56%) e i supermercati e ipermercati (48%). Fanalino di coda il web con appena il 19% degli italiani che si fida del cibo acquistato su internet.

Proprio per assicurare una piena trasparenza su quanto i cittadini mettono nel piatto, Coldiretti con la mobilitazione “No fake in italy”, partita dal Brennero, ha lanciata una raccolta di firme per una legge europea di iniziativa popolare per estendere l’obbligo dell’indicazione dell’origine su tutti i prodotti alimentari in commercio nell’Ue. Una mobilitazione che può essere sostenuta firmando in tutti i mercati contadini di Campagna Amica e negli uffici Coldiretti presenti sull’intero territorio nazionale, promossa anche sui social media con l’hashtag #nofakeinitaly.