Di Vittorio Venditti
Decreto ‘Salva Casa’: Da Chi?
Chi scrive ha per sé come difesa un motto: ‘Diffidare Di Chi Ti Vuol Troppo Bene’ e ciò non vale solo nel senso ‘sessuale’ del tema. Questo è stato l’incipit del preludio di ieri e lo sarà per le future puntate che prepareranno a dovere i quattro lettori di questa voce a ricevere i ‘doni’ per il ‘santo natale’, in minuscolo con la speranza che tal ‘festa’ non si trasformi nell’ennesimo venerdì santo di sangue.
Tralasciando le corbellerie che utilizzando la casa come specchietto per le allodole, non sono riuscite, ne arriveranno a raggiungere l’obiettivo ‘ripopolamento nei piccoli comuni’, qui un fulgido esempio di tal gestione), è bene guardare più approfonditamente a quanto si vorrebbe far patire a coloro che un’abitazione ce l’hanno e per la politica tout court ciò non è un bene, atteso che per quest’accozzaglia di vermi che fa per l’appunto politica perché non ha voglia di lavorare, lo star bene dei contribuenti è inversamente proporzionale al potere che ne deriva per lei.
Il Decreto-Legge n. 69/2024, noto come ‘Salva Casa’, è stato convertito in legge il 24 luglio 2024. stranamente non se ne è più parlato e quando succede una cosa simile, come minimo bisogna diffidare, stavolta non delle imitazioni, ma dell’originale, intendendo per tale quel participio passato del verbo essere che ovviamente da tempo non è più.
In sostanza, quella norma dice che le case degli italiani non sono in regola con quanto chiede l’Europa e seppure lo fossero, comunque non rispettano a pieno le Leggi fatte per derubare chi con sacrifici al limite del dicibile, dopo aver raggiunto l’obiettivo d’avere una stabilità, deve considerarlo nullo perché c’è chi deve succhiare ancora linfa, non volendo (come già detto) lavorare per campare.
Senza tirarla per le lunghe ed evitando di scendere in particolari non necessariamente personali, fatti che dimostrerebbero che come minimo si viene truffati, quando si pensa di far buon viso a cattivo gioco e pagare l’ennesima tangente che in confronto, la ‘controparte’ dei farabutti schifosamente richiamati sopra chiede meno e lo fa più onestamente, senza voler riferire di pretese di danaro al limite della rapina, elemosine che in un paese come Gambatesa vanno a prevedere per il rifacimento della facciata di un palazzo di media grandezza, la richiesta di ventimila euro a condomino perché probabilmente il lavoro prevede l’impianto di lamine d’oro zecchino… andando avanti sorridendo per non piangere, chi scrive ricorda che in una notte di metà febbraio di quest’anno, parlando in una trasmissione RAI e facendo riferimento proprio a quanto poi sarebbe stato promulgato, ha detto senza mezzi termini che armarsi ed eventualmente sprecare un colpo di pistola per spegnere certe velleità, sarebbe stato ed è molto più proficuo per le tasche del contribuente, rispetto ad accettare l’ennesima richiesta di danaro per pensar di mettersi in regola fino alla prossima questua che spiega senza dubbio alcuno che la regolarizzazione in ogni campo, in Italia è una chimera e per questo inizia a valere il solito, ovvio proverbio:
Troppe Regole = Nessuna Regola.