Di Vittorio Venditti
(Audio), Preso Dai Dischi Di Vittorio Venditti
(Foto E Video), Presi Da Internet
Documento Autentico), Pubblicato Da Chi Lo Ha Ricevuto: Vittorio Venditti
Hai Fallito? VATTENE A CASA!!!
Lascerai uno spazio sicuramente colmabile
CAMPOBASSO, 11 settembre 2018. – Altro giorno nefasto per la storia, altro argomento preoccupante per i cittadini. Come un fulmine a ciel sereno, un appello che di primo acchito potrebbe sembrare non solo sacrosanto, ma meritevole di venir ripetuto giorno per giorno fino alla nausea, “scuote” la stampa molisana e campobassana in particolare: Procuratore D’Angelo, guerra contro droga.
“CAMPOBASSO, 11 settembre 2018, 14:20
Redazione ANSA
Procuratore D’Angelo,guerra contro droga
Magistrato, serve l’impegno di tutti, numeri da brivido”.
Andiamo ad analizzare dunque il tema per porci qualche domanda/riflessione. In sostanza, il procuratore della repubblica di Campobasso Nicola D’Angelo ha dichiarato ai giornalisti riuniti nella sede dell’ODG Molise che la situazione “droga” nella regione è arrivata ad un punto di non ritorno, per cui il nostro si è appellato ai cronisti di ogni ordine e grado, affinché si lavori insieme per debellare il fenomeno, per il bene della comunità tutta. Come detto, il tema è serio, ma in Molise di droga si parla da almeno quarant’anni ed in modo davvero pesante. Finalmente, sarebbe il caso di dire, se ne è accorto anche il procuratore della repubblica di Campobasso, per cui d’ora innanzi possiamo andare a dormire tranquilli. La domanda però sorge spontanea ed il procuratore D’Angelo perdonerà se un cittadino, prima ancora che giornalista, la rivolge a lui, anticipandola ai suoi quattro lettori, non credendo di poter considerare fra questi un magistrato che ha ben altro da fare che perdere tempo a visionare scritti che potrebbe considerare da sopprimere: E’ possibile allearsi a chi, ricevuta una segnalazione, anziché ingegnarsi per verificarla e perseguire chi opera secondo quanto denunciato, indaga chi denuncia, portando chi fa ciò in nome di quest’alleanza alla morte, di qualsiasi tipo di fine si tratti?”, è questo l’incipit dell’articolo in tema che il vostro cronista ha proposto esattamente sei anni or sono, atteso che non potesse operare in tal senso alla data richiamata sopra perché oscurato, proprio per aver dato sfogo a quanto ha funto da cardine per l’avvio del presente fastidio che da blog s’è trasformato in giornale, in nome di quella guerra ingaggiata contro chi predica bene, ma razzola male e cerca d’ingannare il Prossimo, ritenendosi una spanna più in alto del resto del consesso umano, solo per via dell’impunità che protegge una categoria di gente che percepisce dieci volte lo stipendio di chi sta seriamente sulla strada a catturare spacciatori et similia a rischio della propria vita, ma all’atto pratico dà la colpa al resto della cittadinanza per i propri personali fallimenti, poi dichiarati com’è accaduto esattamente una settimana fa, qui il TG contenente il servizio, (minuto da 4.30 a 6.34), stavolta proposto (ironia della sorte, quasi alla stessa ora di quanto cliccabile sopra) da mamma RAI, argomento del quale si torna a parlare solo oggi perché i sette giorni passati sono serviti a verificare l’eco suscitata dal piagnisdèo in tema, riflesso ovviamente nullo, in quanto la gente comune, oltre ad essere stanca dei politici, riserva il medesimo trattamento alla loro controparte, quella magistratura generalmente garanzia di sé stessa e dei propri affari, fatti sulle spalle dei contribuenti, ma senza giustappunto alcuna garanzia di restituire il giusto in termini di giustizia, cosa alla base del malcontento generato dall’impunità regalata a questi soggetti.
Tornando però al pezzo del dodici novembre duemiladiciotto. Preso dunque atto del fatto che l’appello sopra citato risulti utile esclusivamente, da una parte a chi con ciò ha raggiunto lo scopo di avere un minimo di visibilità, dall’altra il sempre comodo arruffianarsi che coinvolge chi non ha il vero coraggio delle proprie azioni, chi ha esperienza da vendere in tema, suggerisce una strada più ardua da percorrere, ma più appagante in tutti i sensi: considerato che è droga qualsiasi sostanza (sia essa lecita o meno) che altera le reazioni del cervello, risulta più utile imparare e di conseguenza educare chi ha bisogno di tal trattamento, facendo attenzione a non urtare la libertà di chi che sia.
Nello specifico, è più importante spiegare cosa succede drogandosi e con ciò convincere chi lo fa a recedere da un simile comportamento, (prima che ciò accada e non dopo, magari per alimentare il conseguente giro d’affari presentato come opera di carità), anziché reprimere istinti di ribellione che specialmente nei giovani, se adeguatamente trattati, possono diventare addirittura utili per la crescita di costoro.
Per questo, in tanti continuano a chiedersi a che pro si va avanti col dichiarare illecite sostanze che se liberalizzate ed adeguatamente, ma discretamente controllate, verrebbero consumate in maniera di gran lunga inferiore a quanto accade oggi là dove esistono tali inibizioni, cosa provata nel tempo presente in Olanda e luoghi amministrati allo stesso livello, storia che ha mietute vittime nel passato per colpa di sostanze oggi lecite, in terre come gli Stati Uniti D’America, da molti considerate all’avanguardia.
Andando a chiudere, sarà il caso di suggerire a chi cerca alleati, di considerare che il mercato che tutto dirige, impone di proporre richieste di qualsiasi genere, a patto di offrire compensi credibili, politicamente, prima che in termini economici, atteso che una buona politica sia la vera ed indistruttibile base su cui fondare una vera alleanza che porti al bene comune, inteso in termini di salute, libertà e vita e di conseguenza economico nel vero senso della parola.
Se poi tutto questo bailamme è generato per giustificare l’uso del clistere raffigurato in testa a questo scritto, oggetto da utilizzare contro la gente comune per provare ad addomesticarla, il ‘solerte magistrato’ ricordi a suo personale vantaggio che non sempre le cose vanno come sperato: a volte capita che la sorte identifichi l’arnese richiamato con quella parte del corpo maschio che viva, non necessariamente s’attiene al rispetto delle classi e di conseguenza, rivoluzionariamente colpisce chi si ritiene comunque invulnerabile, permettendo d’avvisare costui col dire: Attento Al Gorilla.
Provate A Riferire Ciò A Nicola D’Angelo, Cosicché Lui Poi ‘Apra Un Fascicolo’.