Di Jula Papa
Dopo anni di rimpalli, l’unica opzione è una rapidissima intesa fra Stato e Regioni. “I Lea sono lo strumento d’attuazione dell’articolo 32 della Costituzione perché garantiscono a tutti i cittadini il diritto fondamentale alla salute attraverso livelli di assistenza essenziali e omogenei. Chiunque, con qualunque motivazione, ne ha impedito per anni o dovesse impedirne ancora l’aggiornamento opera a danno dei cittadini e a discapito dell’interesse generale. Su questo non ammetteremo più alcun indugio, tanto meno da parte delle istituzioni corresponsabili dell’attuazione della Costituzione. Rimbalzare i decreti fra Stato e Regioni non è più un’opzione, tanto più che pur con i Lea sospesi dal 2017, sempre da quell’anno vengono erogati fondi a essi destinati sul cui utilizzo chiediamo chiarezza e trasparenza”. Così Cittadinanzattiva che insieme ad altre venti organizzazioni civiche e di pazienti ha inviati in queste ore 20 esposti alle altrettante Procure regionali della Corte dei Conti per fare chiarezza sull’utilizzo dei 3 miliardi e 446 milioni di euro erogati dallo Stato alle Regioni dal 2016 al 2023 affinché queste ultime garantissero ai cittadini dei rispettivi territori le prestazioni sanitarie previste dai Lea del 2017, ma a tutt’oggi non ancora esigibili.
Nell’esposto, Cittadinanzattiva chiede chiarezza e una rendicontazione puntuale su come i fondi, destinati all’entrata in vigore dei Lea, siano stati effettivamente utilizzati dalle Regioni, sulla legittimità di un eventuale “spostamento d’uso”, sull’effettiva sussistenza delle ragioni addotte per ritardare l’applicazione del DPCM 12 gennaio 2017.
“Apprendiamo in queste ore che il Decreto Tariffe è stato nuovamente aggiornato e che previo accordo in Conferenza Stato-Regioni, potrebbe entrare in vigore già da subito, consentendo finalmente ai cittadini d’accedere in egual misura su tutto il territorio nazionale alle prestazioni sanitarie previste nei Lea 2017 – dichiara Anna Lisa Mandorino, Segretaria generale di Cittadinanzattiva -. Diamo per scontato che questo accada, visto che da anni al contrario assistiamo ad un ingiustificabile rimpallo di responsabilità tra Governo e Regioni, con l’unica conseguenza d’aver di fatto negato ai cittadini l’accesso, equo e uniforme sul territorio nazionale, ai servizi sanitari. Non può accadere ancora e come organizzazioni civiche impegnate nella tutela dei diritti dei cittadini non lo permetteremo. L’invio degli esposti alle Regioni va in questa direzione: le risorse per la sanità sono sottodimensionate da anni, ma almeno siano impiegate per lo scopo a cui sono destinate, cioè ad assicurare a tutti i cittadini, dovunque vivano, gli stessi livelli di assistenza secondo i principi costituzionali d’equità e uguaglianza”.
In particolare, negli esposti si chiede ai Procuratori regionali di “disporre ogni più opportuna e necessaria attività d’accertamento, verifica e controllo […] individuando gli eventuali profili di irregolarità e/o illegittimità e/o illiceità a danno dell’erario e conseguentemente dei cittadini, ai fini dell’eventuale citazione in giudizio dei presunti responsabili”.