Di Vittorio Venditti
Dal Profondo A Te Grido, O Signore; Signore, Ascolta La Mia Voce.
Questo è l’incipit del Salmo 130 (129): De profundis, (Undicesimo canto delle salite), dedicato come augurio e per questo volutamente in anticipo, a ciò che a dire di chi lo scrive da anni, non sarebbe dovuto mai nascere.
Questo simbolo è falso come generalmente è la politica tout court, atteso che sia nato proprio per affrontare tal iattura e col tempo si sia omologato ad essa, anzi, stando a quanto poi viene fuori come scheletro nell’armadio che nulla può avere a che vedere con Halloween, sia arrivato ad essere anche peggio, tanto che il vostro cronista gioisce pensando che le due immagini di cui sopra, nell’archivio fotografico di questa testata, siano fianco a fianco da almeno due lustri.
Coerentemente, un soggetto che è stato persino in grado di non far niente di buono per la sua terra d’origine, in questi giorni sta tentando d’eliminare ciò che ormai è solo un ostacolo che in perfetto silenzio assordante, alla faccia della predicata ‘onestà’ che in molti si chiedono ‘ma ando’ sta’, ottiene quatto quatto un vitalizio di trecentomila euro l’anno che mensilmente fa venticinquemila monete coniate dalle zecche del Vecchio continente, stipendio per aver inventato il simbolo posto come seconda foto, cosa che per esempio cozza frontalmente con quanto riceve chi lavora nelle forze dell’ordine, (si parla di coloro che agiscono in prima linea), protettori dei cittadini che quell’emolumento mensile destinato a chi è presente di seguito, se tutto va bene lo vedono ripartito durante un intero anno.
Se è dunque vero che fare gli auguri prima, porti male, la speranza è che in questo caso la vulgata non sbagli perché in tal modo sarà possibile eliminare un po’ di spazzatura.
Dal Profondo A Te Grido, O Signore; Signore, Ascolta La Mia Voce.