Di Pierino Di Tella
Dai tempi più remoti, quando si vuol parlare di progresso spirituale e morale, si parla di elevazione. È noto a tutti come le cime delle montagne siano state fondamentali nella storia della religione dei vari popoli. Per tutti gli alpinisti, compreso Ambrogio Damiano Achille Ratti, diventato Papa con il nome di Pio XI, la montagna esercita un fascino imperioso: “Sulle vette ci si sente migliori, l’amore per la montagna è bello come una fede”.
‘La vetta’ che avrebbe dovuto accogliere la targa commemorativa, nel posto dove, probabilmente era “il masso caduco” su cui il Principe Francesco (Borbone) aveva poggiato il suo piede, è MONTE CAMPO, simbolo non solo di Capracotta, ma di tutto il Molise.
A tal proposito, come “libero cittadino”, mi è impossibile non intervenire sull’argomento per sottolineare l’importanza di dover lasciare le nostre montagne spoglie da ogni sorta di installazione artificiale. Le vette delle montagne vanno preservate nella loro integrità, in quanto simbolo di natura incontaminata, pertanto dovrebbe venir meno ogni polemica sterile a riguardo. Il nostro Monte Campo ha già la sua croce simbolo di umiltà e sobrietà.
Inoltre credo fortemente che tutti i visitatori che raggiungono la cima siano pervasi da un senso di gioia, tanto che gli basterà portare via le foto e il ricordo di aver lasciato le proprie impronte su quella cima. Per il resto ricordiamoci le parole di un grande uomo in odore di santità: “Lassù avviene che l’egoismo dimentichi un pò se stesso. Non c’è che un uomo cui la montagna non giovi: l’orgoglioso, per il quale la vetta è l’altare dell’io” e facciamo sì che il bene comune venga rispettato.