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Sanità Molisana: Percezione Di Trovare La Porta Chiusa All’Accesso Al Servizio Sanitario

Di Jula Papa

Cittadinanzattiva Molise APS

Apprendiamo con molta preoccupazione della sospensione del giudizio di parifica della Corte dei Conti che ha rilevata una serie di criticità, il cui effetto per i cittadini molisani è d’essere tra i più indebitati d’Italia. Una situazione allarmante che evidenzia la “mancata correttezza di programmazione e gestione finanziaria delle risorse e delle spese”, con un utilizzo irregolare delle risorse del Fondo sanitario per coprire spese non sanitarie (come scritto nella relazione) e che sembra lasciar presagire un futuro ancora più preoccupante per l’accesso ai servizi pubblici, a cominciare da quelli sanitari, per i cittadini del Molise. La Corte dei Conti ha infatti bocciato il rendiconto generale della regione Molise per l’esercizio finanziario 2022, poiché il disavanzo è aumentato a 650 milioni di euro, era di 500 milioni nel 2021.

Ancora più allarmante se pensiamo ai dati contenuti nel nostro Rapporto civico sulla salute presentato a livello nazionale da Cittadinanzattiva lo scorso 22 ottobre, alla presenza del Ministro Orazio Schillaci, Rapporto che ha restituito un fermo immagine da anni bloccato sul mancato accesso dei cittadini alle prestazioni. Nel Molise 9 molisani su 100 hanno rinunciato  a prestazioni sanitarie pur avendone bisogno,  con un aumento di sei punti percentuali rispetto al 2022. Il mancato accesso a visite mediche, escluse quelle odontoiatriche, o accertamenti diagnostici ritenuti necessari in un anno, è dovuto a problemi economici o legati alle lunghe liste d’attesa.

Ci risulta inoltre in aumento la spesa per visite private, per chi può permetterselo, ma che anche le strutture private hanno liste d’attesa chiuse, ad esempio ci è stato segnalato per una visita oculistica e dermatologica.

Siamo consapevoli che la sanità pubblica per anni è stata considerata un salvadanaio a cui attingere per tappare i buchi di bilancio, per noi si è anche tradotto nell’avere l’IRPEF più alto in Italia, con  un aumento continuo del deficit, e sempre meno servizi.

Ci chiediamo quindi se la politica intenda davvero porre rimedio a questa situazione, iniziando a  sacrificare i propri benefit, per restituire ai cittadini quanto tolto fino ad oggi, ossia una sanità equa, solidale e universale, trasporto ferroviario, strade sicure, forti politiche che diano ai giovani garanzie e opportunità di lavoro incentivandoli a restare nel loro territorio.

Scelte politiche efficaci, dettate da visione e programmazione devono essere il faro per tentare di evitare il collasso, se realmente la politica, come spesso dice, ha a cuore la propria regione. Non c’è più tempo da perdere.