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Campionati Europei Di Calcio: In Israele?

Di Vittorio Venditti

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“Ripetete una bugia cento, mille, un milione di volte e diventerà una verità”. (Joseph Goebbels).
E’ paradossalmente da quest’assunto che devo partire per trattare un argomento a me ostico, ma che va espettorato proprio a causa della bugia di fondo su cui si basa: Un campionato europeo di calcio, giocato al di fuori dell’Europa, quindi una contraddizione in termini, “Probabili formazioni / Israele-Norvegia Under 21: ultime novità (Europei, gruppo A)“, quest’articolo ne è testimonianza.

Come sai a me il calcio non piace, perché a fronte di guadagni da favola, trasmette nei giovani antisportività e basso livello di cultura, (non mi riferisco solo a ciò che accade in certi ambienti di Gambatesa), utili a ridurre l’intelligenza umana ad un optional.
A questo, ormai si aggiunge ogni capriccio di chi deve far soldi, compreso lo stravolgimento di quel poco di geografia che ancora qualche imperterrito insegna nelle fatiscenti e disorganizzate scuole italiche.

Io, fino a qualche giorno fa, sapevo che la Palestina, (dal millenovecentoquarant’otto, denominata per altrui interessi “Stato di Israele”), facesse parte dell’Asia minore, terra che con l’Europa, a parte contrasti di civiltà, non ha la possibilità neppure di rivendicare confini, sicuramente fisici, a mio avviso neppure politici.

Perché allora si giocano lì gli europei di calcio?
Sarà qualche regola particolare di questo “sport” che io ignoro a far sì che si possa verificare quest’evento?

Ora sì, che da quell’ignorante che sono, comprendo tante cose, attualizzate anche nel nostro piccolo ambiente.
Mi è chiaro ad esempio perché esista una sudditanza psicologica degli arbitri di calcio nei confronti di chi è più forte, non in senso calcistico, (se per calcio s’intende ancora quello giocato), ma in senso finanziario; capisco il perché coloro che corrono dietro ad un pallone, (e non parlo solo di quelli di basse categorie), qualora non ottengano ciò che vogliono, magari a spese di chi è realmente più forte, comincino a bestemmiare Dio la Madonna e tutti i Santi, (sia se parliamo di calciatori cattolici o cristiani in genere sia se ci riferiamo a chi professa religioni che nulla hanno a che vedere con i bestemmiati, o peggio, a gente che dichiara di essere atea), come se fosse colpa di questi ultimi la loro incapacità a correre dietro una palla di cuoio; riesco a vedere la ragione per la quale questi miliardari gonfiati ad arte, possano permettersi il lusso di essere ignoranti come capre di montagna ed essere considerati più capaci di gente che dalla mattina alla sera lavora per portare un tozzo di pane a casa.

Lasciamo perdere la ragione per la quale poi questi dèi terreni vengano attorniati da donne fisicamente piacenti; è giusto oltreché legittimo trarre vantaggio anche dal proprio corpo, soprattutto se si trova il coglione di turno che crede di possedere queste dèe della furbizia.
Ma mi consentirai che lo stravolgere di quanto finora si è ritenuto vero, in nome semplicemente del danaro, ed a vantaggio di chi, prima perseguitato ora perseguita, sia oltremodo scorretto.

In definitiva, proprio oggi Papa Francesco ha parlato della necessità di raddrizzare il modo di considerare le cose, atteso che se si parli di un uomo che muore, la cosa non faccia notizia, mentre ci si strappi i capelli nel caso in cui la borsa perda un punto percentuale, considerando il danaro un fine e non un mezzo.
Già ho parlato del fatto che il raddrizzare questo modo di pensare, Papa Francesco dovrebbe proporlo, anzi imporlo innanzitutto alle persone di cui si attornia, (magari facendo un salto anche nelle immediate periferie italiche), quindi tornare sul discorso è quantomai ridondante; ma se non si parte da qui, difficilmente si può arrivare a correggere storture come quella in tema, che considera europea parte dell’Asia minore, ovviamente solo se si parla dei ricchi “perseguitati”, poi a loro volta persecutori di coloro che, più che europei, secondo costoro, andrebbero considerati morti.