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Enel E Mercato Libero: CHE PUZZA DI TRUFFA!

Di Vittorio Venditti

Vera Fonte Inesauribile Di “Lavoro”

E chi dice che in Italia manchi il lavoro!
Guarda tu in questi giorni…

Già lo scorso trent’un maggio, mi sono permesso di metterti in guardia a proposito di un prossimo lavoro proposto da mamma RAI, che dovrebbe servire a farle introitare quanto dovuto dagli “evasori” di ciò che ci viene proposto come un abbonamento, ma che in realtà viene imposto come una tassa, forse fra le più odiate: qui se ti va di rileggere il tutto.
Nella farneticazione, al di là di ciò che penso io in merito a questa gabella, ti mettevo sull’avviso e ti chiedevo di divulgare quanto letto, soprattutto per mettere in guardia i nostri concittadini anziani, affinché si evitasse loro di subire truffe proposte da malintenzionati, gente che nulla avrà a che vedere con gli agenti RAI.

Oggi C’E’ Di Più:
Oggi ti devo richiamare all’ordine con il dovuto anticipo.
E’ di ieri infatti una storia che se non fosse accaduta a persona degna di fiducia, risulterebbe innanzitutto incredibile a chi ti tedia.

I fatti:

Ero in ufficio; erano circa le undici e mezza di ieri mattina, quando arriva una telefonata ad un mio collega; dall’altro capo del telefono c’era il figlio che preoccupato chiedeva: “A questo tuo collega Enel, devo far vedere la fattura dell’energia elettrica?”
Il mio collega esterrefatto rispondeva: “Ma se l’Enel, quando vuole qualcosa dai clienti invia loro una lettera raccomandata, a che scopo dovresti far vedere una nostra fattura a questo tizio? Caccialo di casa!”.
La storia si è chiusa così, con una risata.

Ma allora: A che pro questo mio odierno farneticare?

Non è mai sufficiente ripetere, soprattutto agli anziani, qualche volta dell’età di vent’anni, che le truffe possono arrivare sempre e comunque da insalutati ospiti.
Nel caso specifico, la truffa può arrivare anche da gente che parte dal principio di non appartenere alla mala vita, ma che “forza” il suo modo di lavorare per acquisire maggiori provvigioni.

Come si opera in questo caso?

C’è chi si presenta all’importunato, dichiarandosi genericamente dell’Enel, senza quindi specificare, (come nel loro contratto d’assunzione è riportato), di appartenere ad Enel Energia, e non ad Enel Servizio Elettrico.
Mentre infatti Servizio elettrico è la società di Enel che tratta le forniture di energia elettrica per l’appunto, secondo la modalità tradizionale, Enel Energia, pur appartenendo alla stessa Enel, è la compagine che, alla stessa stregua di altre società di distribuzione di corrente, fa parte del mercato libero.
Questi sedicenti “dipendenti Enel”, invece di presentare la società per la quale lavorano e convincere i potenziali clienti della bontà della loro offerta, chiedono loro una fattura precedentemente pagata, con la scusa di volerne controllare l’importo.
Avuto in visione il documento, i Nostri ne copiano i dati sensibili e poi, in separata sede e con le opportune firme false, (oggi è possibile non dover controllare la genuinità di una firma su un qualsiasi contratto), stipulano a nome di questi malcapitati i passaggi di società, che deportano l’utenza da Enel Servizio Elettrico ad Enel Energia, con il tacito placet dell’Enel generale stessa e delle authority che vorrebbero il definitivo passaggio dell’utenza al mercato libero, così, da lucrare di più sui pagamenti delle bollette, evitando di sottostare alla tutela imposta dal monopolio, che ad esempio prevede che si paghi quanto realmente consumato previa lettura del contatore ed altre “Finezze” poco gradite dalle società del mercato libero, più libere per l’appunto, anche di approfittare della buona fede dei propri clienti, per non dire di turlupinarli impunemente.
Va da sé che a questi “lavoratori” diciamo così, un po’ sbrigativi, vanno aggiunti i loro colleghi, appartenenti ad altre società del libero mercato che, operando a guisa dei precedenti, spostano in maniera fraudolenta clienti da Enel Servizio Elettrico o Enel Energia, verso altri “lidi”.
Accade infine che si possano ricevere telefonate, (anche su cellulare), da parte di chi c’invita a cambiare fornitore di energia elettrica o di linea telefonica fissa, senza neppure sapere se il destinatario della chiamata sia titolare di una delle utenze appena descritte: Questa cosa l’ho patita in prima persona.
Tutta questa storia, alla fine viene scaricata sulle spalle del cliente, il quale, una volta vistosi truffato, deve compiere innumerevoli e non semplici passi per poter tornare all’utenza precedente, più sicura e meno, molto meno costosa.

Oltre agli incolpevoli utenti, spesso chi ci rimette in fastidio sono anche i dipendenti Enel, quelli veri.
Mi sta sempre più spesso capitando infatti, di dover aiutare coloro che non riescono a ritornare sui propri passi, visto che poi, anche Enel Servizio Elettrico, su imposizione governativa, con moduli astrusi e volutamente complessi, mette in difficoltà il cliente truffato, con la neanche tanto segreta speranza di farlo desistere dal tornare alla maggior tutela, proprio per poter ottemperare alla volontà di chi vorrebbe per l’energia elettrica esclusivamente un libero mercato.
A tal proposito, proprio nei giorni scorsi e proprio a Gambatesa, mi è toccato dover dare una mano a chi, caduto in questa trappola, non riusciva a venirne fuori vivo, in considerazione del fatto che per ben tre volte questo utente si è visto respingere la richiesta di ritorno alla maggior tutela, causa l’errata compilazione del modulo di richiesta.

Ora lo ripeto, sperando nella tua collaborazione; anzi, non lo faccio mai, ma questa volta ti chiedo espressamente di condividere questo mio delirio sulla tua pagina facebook o su qualsiasi altro social network, sia chiaro: per aiutare chi ne può aver bisogno.

Lo chiedo anche ai detrattori:
Posate un momento l’ascia di guerra e collaborate al bene altrui.
Fatto ciò, riarmatevi e combattiamo.

Ribadisco:

1°: Enel, come Legge impone, se ha necessità di comunicare con i propri clienti, per contratti, fatture, letture del contatore e quant’altro riguardi la fornitura di energia elettrica, non manda personale ne con, ne senza divisa, ma scrive ed invia lettere raccomandate.

2°: Se un cliente servito da Enel e sue società collegate riceve una raccomandata e ritiene che la stessa contenga informazioni errate ovvero richieste non ritenute lecite, Questo può controllare tali richieste: “A”: A mezzo internet, registrandosi e consultando in totale privacy il sito www.enel.it o sui siti direttamente legati alla società particolare dalla quale ha ricevuta la missiva sospetta, (servizio attivo ventiquattro ore su ventiquattro, sette giorni su sette, feste comprese); “B”: Attraverso gli operatori dei numeri verdi che Enel e le sue società collegate mettono a disposizione secondo gli orari previsti per Legge e nel rispetto dei giorni festivi; “C”: Recandosi direttamente presso il punto Enel sito generalmente nel capoluogo di provincia al quale appartiene il comune di residenza del cliente, (il punto Enel di Campobasso è sito presso la locale sede Enel, in contrada San Giovanni In Golfo S. N. C., per capirci, si trova nella zona industriale, vicino al centro commerciale Monforte, ovvero difronte al negozio “Emporio Cina” da tutti conosciuto come “Il Cinese vicino a Monforte”, ciò, dal lunedì al venerdì, dalle otto alle dodici antimeridiane, sabato domenica e festività escluse.

Detto ciò ribadisco:

1°: Di non far entrare gente sconosciuta in casa propria, nemmeno i carabinieri se non si conoscono, nemmeno carabinieri, polizia o altre forze dell’ordine, nemmeno se mostrano un foglio dicendo che si tratti di un mandato.
In questo caso, pregare costoro di attendere fuori dall’uscio, aspettando che arrivi chi può far da assistente all’importunato.
Se si tratta di carabinieri o altre forze dell’ordine, è chiaro che avranno pazienza di attendere, se si tratta di altro, avrai sventato un furto, per ben che ti vada.

2°: Qualora non si tratti di componenti delle forze dell’ordine ma di altro personale, pregare costoro di andarsene, fossero pure angeli provenienti direttamente dal Paradiso per portare la buona novella.

3°: Nel malaugurato caso in cui gli avventori non volessero desistere dal loro proposito, difendersi, possibilmente a mano armata, armata di qualsiasi cosa, meglio se un’arma vera e funzionante.

“Ma Le armi non si possono detenere in casa, pena il diventare fuori Legge!”, dirà il benpensante di turno.
Perché, chi ti viene a derubare è legittimato a farlo?

Come dice sempre quel mio amico de “Il Segreto Di Pulcinella”, “Meglio ricevere uno schifo di processo che un solenne funerale”; considerato che se pur si chiamino i carabinieri dopo essersi accorti di aver ricevuta la sgradita sorpresa, questi, a ragione, non sempre riescano ad intervenire per tempo, è bene dire le cose come stanno ed invitare i cittadini all’autodifesa, magari da estendere per proteggersi da moralisti che agiscono secondo i dettami proposti da Fabrizio de André, là dove, a proposito dello Stato il Nostro dica che questo: “Si costerna, s’indigna, s’impegna, poi getta la spugna con gran dignità”.
Sì, difendersi anche da questi moralisti o da quelli più viscidi che predicano il perdono, ovviamente perché non sono loro ad essere colpiti… diversamente…

La dignità è pura teoria e come tale ti premia.
La difesa è reale pratica e come tale ti serve.

Questo non è un proverbio, l’ho appena inventato, ma credo che in certi momenti sia più utile di tante chiacchiere.