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Perfetta Ingiustizia

Di Vittorio Venditti

Se A Suo Tempo Avessi Ucciso…

Quando si parla di ‘Giustizia terrena’, non solo italica, lo si dovrebbe fare a mano armata perché sarebbe l’unica soluzione per avere per l’appunto giustizia, non tanto nei confronti di chi ha fatto il male in tema, (povera gente che per vivere ad un livello accettabile s’è dovuta poi praticamente prostituire a soggetti danarosi che hanno lasciati soldi a chi non aveva e soprattutto non ha altro da offrire per restare nella storia) quanto verso coloro che s’arrogano il diritto di giudicare, ma è davvero uno schifo (per essere diplomatici) considerare il solo giudicarli.

Giustizia?

Esattamente alle dodici e dieci antimeridiane di quarant’anni fa, a chi scrive è stata cambiata la vita in maniera esiziale e se già lo stesso aveva dovute patire ‘sofferenze indicibili’ più che da centodieci e lode, (solo per esempio: “Se dopo aver avuto lo schiaffo che t’ha tolta definitivamente quel poco di vista ‘ricevuta per via sperimentale dopo la nascita da cieco’, dici ai tuoi di mettersi un avvocato per farci causa, non solo non ti darà retta nessuno, ma verrai espulso da tutte le scuole d’Italia perché non gradito”, con il dover accettare lo status quo facendo buon viso a cattivo gioco alla veneranda età di nove anni, per altro il tutto espresso da veri profeti), con quanto accaduto quel lunedì è stato superato ogni limite che ha poi data la stura ad un progetto il cui inizio di riscossa può venir datato ‘primo settembre duemilaquattro’, soluzione che per evitare d’uccidere (depezzandoli ancora in vita per una fine più consapevole) tre magistrati, altrimenti definibili ‘criminali comuni’, vermi di terra che non sarebbero mai nati per far del male all’intera umanità se solo i genitori di costoro, invece di procreare si fossero masturbati, (uno dei quali ha avuta la compiacenza di rendersi non imputabile da solo), è arrivato ai fatti che si sono sviluppati poi a partire dal duemilaquindici ed a seguire con il sequestro e la confisca di ciò che è nato per fare quella fine per mano di chi, giustappunto tal fine non lo ha compreso causa la sua ‘perspicacia’, ma che a suo tempo ha funto da esca per arrivare ai risultati che verranno divulgati a breve e che non è detto che restino esclusivamente ai livelli raggiunti.

Dunque, i fatti di mera cronaca raccontati qui dieci anni fa, restano tali e se tutto va bene sono stati superati dalla ricostruzione di ciò che è stato distrutto, non è stato rimborsato, ma soprattutto è servito quasi a ripetere il tentato pluri-omicidio, non andato in porto quel giorno e schivato anche il ventiquattro aprile del duemila, quando per tal ragione contingente, tre generazioni di un’altra famiglia locale ne hanno tratti benefici, negati a chi avrebbe voluta vivere la sua vita con onestà, ma s’è dovuto accontentare di quanto riuscito a recuperare tra le macerie di un’educazione costruita su basi religiose (vero carcere patito da innocente), quando tutto sarebbe potuto essere diverso, magari con l’aiuto fattivo di quella disonestà che in tanti aborriscono, ma che lo stesso, se non altamente superiore numero di umani applica a proprio vantaggio, fregandosene di quanto impara da maestri che spesso sono più insolventi, quando non direttamente insolenti, di chi dicono di tenere a distanza.

Se A Suo Tempo Avessi Ucciso…