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1962 Avevamo la luna

Di Vittorio Venditti

Sarà Nuovo Risveglio O Voglia Di Martirio?

Oggi proviamo a lasciare la pratica per filosofeggiare un pò.
Prendendo spunto dal libro di Michele Mezza 1962 Avevamo la luna, di prossima presentazione e riallacciandomi alle ultime mie farneticazioni, là dove queste pongono il problema che si riassume nella domanda: “Ma davvero l’Italia vuole risorgere?”, oggi provo a dire la mia sul tema, andando a chiudere con l’argomento, anche perché ormai sta diventando cosa fritta e rifritta e sarà bene per il futuro cambiare il mio Dire, pena il fatto di essere il primo a stancarmi di trattarlo.

Il giornalista RAI Michele Mezza, nel libro ripercorre il periodo del miracolo economico italiano, mettendo l’accento sul fatto che per le ragioni susseguenti alla sconfitta che la nostra Patria ha patita con la seconda guerra mondiale, i nostri cervelli migliori, se pur in condizione di far progredire l’Italia in maniera esponenziale, non lo hanno potuto fare, a vantaggio principalmente degli Stati Uniti D’America, che hanno così acquisiti i benefici derivanti dal genio italico, quasi senza colpo ferire.

Perché dico quasi?

Ricorderai che allora, (quasi come ora), chi ha voluto fare di testa propria, magari per il bene di tutti gli italiani, ha pagato quest’ardire con la vita, (vedi il caso Mattei), vita tolta a queste persone da chi, in bella mostra, poi metteva tutta la lealtà e l’amicizia verso un popolo già sconfitto in guerra, così preso anche in giro.
Da dire che fra i “testoni”, bisogna annoverare anche gente del calibro di Aldo Moro, ufficialmente fatto passare per assassinato dai brigatisti rossi, a mio parere colpito dai suoi stessi “amici” per il fatto che è stato l’ideatore del compromesso storico che, a vantaggio dell’Italia intera, voleva mettere insieme una compagine governativa che includesse anche i comunisti.

Ma perché dire queste cose!
L’America ci ha risollevati dalla più nera miseria!

Sì, ma per guadagnarci principalmente lei.

E oggi, Qual’è il motivo che dovrebbe permettere a Mezza, e nel nostro piccolo anche a chi scrive, di poter dire: “Abbiamo dato abbastanza, ora lasciateci campare se volete che vi consideriamo ancora amici”?

Il motivo è proprio quello che è alla base di tutto: i nostri cervelli a nostro servizio.
Se fosse così, sicuramente potremmo liberarci da lacci e lacciuoli che ci vincolano non permettendoci di agire con quell’arte dell’arrangiarsi, tipicamente italica e sicuramente vincente.
Se è vero che per lungo tempo gli italiani siano stati definiti “popolo di morti”, è anche vero che la vita, quando presente, viene soffocata da altri interessi che non ci riguardano.
Così accadde nel milleottocentosessanta,(qui per rileggere quanto a suo tempo ci propose Riccardo D’Antonio), così è successo giusto un secolo dopo, (cosa che leggeremo volentieri nel libro di Michele Mezza), così sta accadendo nei giorni nostri, nei quali, con la scusa della crisi, da fuori, ci stanno imponendo sacrifici utili a chi, per disegno da realizzare, cerca di farci soffocare nella mancanza di prospettive serie di vita, per evitare che il nostro Genio ci porti ad essere quello che potremmo essere, vale a dire, superiori nell’agire e nell’inventiva, oro per i nostri giovani, vera prospettiva per il futuro.

Proviamo allora a reagire, magari emancipandoci da certo modo di far politica, basato sull’essere vassalli di questo o quell’altro potentato, facendo comprendere a costoro che il cittadino, nel suo piccolo può fare davvero la differenza, magari evitando di dar linfa a chi, promettendo il nulla, pensa di poter ancora abbindolare chi, proprio per questi burattinai, è costretto ad aver fame.