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Lettera Al Direttore

Di Vittorio Venditti

La Risposta

Carissimo Collaboratore, amico mio,
intanto chi ha data l’anima per avviare un grezzo scherzo come gambatesaweb.it, diventato col tempo un fastidio per disonesti, assassini in tutti i sensi, criminali comuni d’ogni ordine e grado e quant’altro di simile, non è ospite, ma padrone di casa e se non hai scritto su queste pagine, lo hai fatto con vero profitto da altre parti, cosa che se vogliamo è anche un vantaggio per la vera vita.
Bando alle ciance, passiamo al sodo.

Mappa turistica del Molise

Come facevamo ai vecchi tempi, mi sono permesso di fregare la foto a corredo del tuo scritto dell’altro ieri ed in ossequio a quel periodo (che comunque tante soddisfazioni ci ha date) mi permetto di risponderti in prima persona, inframmezzando il tuo dire e creando scandalo, senza pensarci due volte.

Il tuo entusiasmo è disarmante, ma i sognatori fanno poca strada, soprattutto dove vige la Legge dell’incubo a tutti i costi. Tu hai scritto di voler creare “una guida di tutti i luoghi di valenza turistica, siano essi storici, archeologici, paesaggistici, religiosi, sportivi, culturali ecc., accessibili a qualsiasi persona che abbia una disabilità, ma anche ad una mamma con il passeggino, ad una persona anziana con difficoltà motoria e così via.” ed io di primo acchito ti chiedo come farai a far superare a questa gente le frane che più si va avanti e peggio trasformano il territorio moli-sano, atteso che partendo dal generale e da quanto può offrire in questo senso il ‘rotto stivale’, tu abbia poi focalizzata la questione sulla regione che non esiste, sapendo bene che a me non piacciono i fronzoli e per questo vado all’essenza della questione.

“Ovviamente volevo partire dalla Regione Molise visto che anche se non risiedo più in Molise da diversi anni sono pur sempre un molisano” e questo ti ha inesorabilmente condotto fuori strada (con queste mulattiere è normale) perché se avessi pensato alla ragione stessa che ti ha mandato via dalla tua terra natìa, sicuramente non avresti immaginato un progetto davvero valido, ma fuori luogo, intendendo per tale il fatto che in Molise non lo si possa attuare e vedremo meglio a seguire le ragioni, per altro più e più volte ripetute da quattordici anni a questa parte su quel mio blog da te tenuto vivo in qualità di giornalista, oggi giornale con me che indegnamente ho preso il tuo posto.

Tu aggiungi: “Volevo partire dalla mia terra natia, volevo partire dai luoghi che mi sono rimasti nel cuore per molteplici motivi. – Sei riuscito a partire o meglio a scappare superando indenne anche ciò che resta dei viadotti della Bifernina? Sei stato fortunato! – Ma purtroppo non è stato possibile! Essendo lontano ho dovuto gioco forza chiedere la collaborazione dei vari attori, – ovvero comparse, – associazioni ed Enti territoriali presenti in Molise e che a vario titolo sono coinvolti nel comparto del turismo e della promozione delle peculiarità del territorio. – Sì: quando si tratta di carpire danaro estorto ai contribuenti che ancora pagano le tasse o solo acquisire effimera visibilità presso la radio-televisione pubblica regionale e le testate accondiscendenti e sotto botta per via di quella Legge sull’editoria che tanti danni fa alle imprese che cercano caparbiamente d’agire con ciò che resta delle proprie forze, prerogativa lungi dall’essere applicabile in Molise e non solo in ambito giornalistico perché i risultati di tal arruffianarsi sono sotto gli occhi di chi ancora a voglia di vedere ed analizzare. Daltronde lo ammetti abbastanza esplicitamente tu stesso: – Non credo di aver sbagliato gli indirizzi mail perché li ho trascritti dai siti ufficiali e poi, non mi è tornato indietro nessun tipo di messaggio di errore di invio o di trascrizione dello stesso. Ti posso dire però che qualcuno mi ha risposto, segno evidente che gli indirizzi erano giusti dopo l’invio di due mail e nell’arco di un mese e mezzo. – quindi c’è voluto il sollecito. – Mi ha risposto il presidente Di Giandomenico dell’Azienda Turistica di Termoli, il Presidente Saia della Provincia di Isernia, il Presidente D’Angelo del CONI Molise, il Presidente Perrella del CIP Molise. – Che aspettavi, una risposta (ad esempio) da enti sopravviventi nella valle di lacrime del Fortore? Dal ‘muinicipio’ di Gambatesa? Quest’ultimo edificio perditempo non ha niente da dire, ma pure se fosse stato possibile tirargli fuori dal ventrame qualche informazione con le pinze, ritieni che queste notizie ti sarebbero state fornite? – Purtroppo le poche informazioni che mi hanno potuto dare gli enti su menzionati non sono state sufficienti per la realizzazione della guida sul Molise. – Quando ho detto che i sogni non portano alla realtà, a cosa mi riferivo, secondo te? –

Tra le altre cose è emerso con forza dal dialogo intrapreso con gli stessi che non è presente nessun tipo di elenco locale di luoghi di attrazione turistica accessibili. L’idea sarebbe stata anche quella di creare dei veri e propri percorsi completi ed affiancare alle visite dei luoghi anche strutture ricettive, ricreative, bar, ristoranti, B&B e quant’altro per far vivere in tutte le sue sfaccettature il Molise per la sua interezza. – SEEE… Va Beh! – Ma come detto non è stato possibile. – La colpa è tua perché hai ritenuto di rivolgerti ad una regione seria. –

A questo punto la mente e i ricordi mi rimandano a diversi mesi – anni – fa, quando tra di noi ci fu uno dei tanto cordiali scambi di vedute. Mi ricordo che qualcuno di “illustre” ti fece una domanda: “si Stefano è andato via dal Molise, ma cosa ha mai fatto lui per il Molise”? Bene, la risposta a quella domanda è racchiusa in questa lettera. – Male: ho girata la tua osservazione e ad oggi non ho ricevuta nemmeno la conferma del messaggio whatsapp inviato. – Il Molise sta morendo sotto ogni punto di vista anche se qualcuno continua non vedere il baratro in cui è sprofondato. – O sei tu che non vuoi arrenderti alla realtà che vede già l’avvenuta dipartita di una regione talmente masochista da attendere esclusivamente che venga spartita, come fosse mangiata dai vermi che stanno solo aspettando il momento giusto per banchettare, vedi ad esempio la querelle per l’acqua tra Campobasso e Benevento? – Noi figli che abbiamo lasciato la nostra “mamma”, seppur lontani, continuiamo ad amare una terra che ci ha costretti ad emigrare. – ricambiati? – Forse solo ora comprendo bene il testo della canzone di “odio e amore” scritta dall’illustre concittadino Fred Buongusto intitolata “Molise Puzzess Accise”. – Tu e l’illustre campobassano (ritenuto tale solo dopo esser passato al ‘mondo migliore’) arrivate secondi: il Molise non può venir ucciso perché è già morto da tempo. – Noi figli emigrati siamo sempre disposti a dare una mano anche se siamo lontani, ma ci vorrebbe anche la volontà e l’umiltà del Molise e dei molisani nel voler essere aiutati”. Secondo te, a che serve ‘il turismo delle radici’?

Amico mio, se mi permetti un umile consiglio: usa meglio il tuo tempo perché dovresti raddrizzare una desolazione che vede nell’ordine: la chiusura di ogni industria creata da chi ha creduto di poter generare un paradiso all’inferno, dove anche chi prova a mettere ‘radici’ con qualche tentativo d’industrializzazione, ha la costrizione di dover combattere contro famelici, ma viscidi squali che sentito l’odore, provano ad insinuarsi per dettare le condizioni di falsa occupazione imposta a chi per quest’ulteriore ragione se la dà a gambe levate, a rischio di rompersi il muso cadendo su tracciati che tutto possono sembrare, fuorché viari. La progressiva distruzione d’ogni sistema di comunicazione, sia esso stradale che ferroviario, (quello dei media sai bene che non può venir considerato perché non è mai nato), posto che in Molise si sia mai potuto parlare di una valida alternativa al viaggiare o al trasporto su gomma; la voluta mancata riparazione della rete idrica che contribuisce non poco alla creazione di eterne frane, utili pozzi di San Patrizio per ingrassare i soliti noti, piovre provenienti da altre realtà perché qui al massimo si sanno raccogliere le briciole, ovviamente dopo aver pianto nello slinguazzare avidamente ogni vergogna leccabile ai profittatori sopra richiamati. A proposito poi della programmata dispersione idrica, se solo chi la gestisce avesse chiesto il dovuto (sia pur minimo e solidale) per l’acqua fornita a chi ha l’arroganza di pretenderla gratuitamente, a quest’ora l’avanzo dell’oro blu che viene dalle prospere falde della nostra regione, sarebbe potuto arrivare a tutto il resto d’Italia, senza che ne mancasse a nessun abitante di quest’arida terra. Oggi si sta facendo strada il lamento di chi sta aumentando di numero nel patire un disagio che Gambatesa ha sopportato per mezzo secolo e che se ora non tocca più questo paese è solo per via del fatto che qui non c’è rimasto praticamente nessuno, alla faccia degli iscritti alle liste elettorali che con questo borgo da sogno non hanno nulla a che spartire, se non, in taluni casi, la possibilità di risparmiare non poco sul pagamento delle tasse che qui sono più basse e restituiscono a piene mani ogni investimento per l’acquisto di tuguri (che normalmente non verranno mai abitati) fatti passare per abitazioni da amministratori provenienti da ogni ideologia politica, gente falsa fino al midollo che è responsabile di questo scempio, cosa che però non si deve divulgare perché la colpa va addossata comunque ad altri, magari coloro che resistono nel non voler andar via, proprio perché amanti a tutti i costi della loro terra natìa.

Potrei continuare per un bel po’ a riscrivere quanto già in archivio e più volte richiamato, evidentemente mai considerato da gente che ha avuto modo di poter osservare i viaggi per migliaia di chilometri che hanno prodotte altrettanto migliaia di fotografie, materiale trasmesso per anni da chi tra noi ha avuto solo l’intento di dare qualche idea da copiare per poter accendere una fiamma di riscossa locale, ma tal azione si configurerebbe come l’ennesimo grido di dolore lanciato a chi patisce di quell’incurabile sordità, ‘qualità’ che è prerogativa di chi sa bene che non sentire, vuol dire far in modo che il progresso sia una chimera da queste parti, quindi evito anche di considerare la ragione del non riuscire a trovare medici e paramedici che vogliano lavorare in queste zone, deserto creato nella pubblica sanità che forse sarà pure moli, ma sicuramente non è sana, stante la controprova data da enti privati che agendo nel campo della medicina pionieristica sono all’avanguardia nel proprio campo e quindi tutt’altro che morti.

Potrei e vorrei, rimanendo nel privato, tenere in considerazione industrie che hanno marchi portabandiera del nome del Molise, ma mi fermo, pensando a come questo simbolo viene gestito, ad esempio in ambito sportivo di massima serie, laddove qui si è costretti a notare che le squadre in campo, più che essere fluide nella gestione, sono patrimonio quasi al limite dello schiavismo, per cui in determinati casi, chi è in considerazione come dipendente di una catena di montaggio, preferisce scappare verso altre realtà per vedersi aprire il proprio orizzonte finché è in tempo. Ciò per non aggiungere quella ciliegina sulla torta, imposta da chi dovrebbe parlare delle peculiarità di cotanto agire sportivo, ma lo fa alla stessa stregua di chi disquisisce di pasta e fagioli davanti ad un piatto di lasagne.

Potrei e vorrei (per vero ed incontestabile merito delle mosche bianche presenti nel ramo) vantare le qualità d’istituti scolastici che se in teoria si propongono come il non plus ultra dello studio, in pratica lo fanno mediante soggetti che hanno l’innata capacità d’essere talmente scadenti e sicuramente poco professionali, da presentare tali enti come una stalla piena d’asini, con la conseguenza che tutto viene classificato come il peggio dell’italica produzione di laureati che generalmente e quando riescono a sfondare, lo fanno dopo aver ‘risciacquati i panni’ in altri lidi, con la frequenza di tirocini che davvero danno la possibilità di generare per questi studenti rinsaviti, quel tanto agognato e prospero futuro che non può derivare da chi non si sa nemmeno presentare sui giornali locali perché in mano a gente che dovrebbe fare tutt’altro per procacciarsi da vivere.

Potrei, ma dopo quanto scritto finora, mi viene il vomito e per questo ti chiedo:
Sei sicuro di voler portare avanti il progetto a te caro anche per parlare di Molise e suoi derivati?

Ricambio affetto e sincerità, ma nella consapevolezza dell’esiziale purtroppo descritto.

Con Sincera Amicizia, Vittorio Venditti