Di Vittorio Venditti
(Audio), Presi Dai Dischi E Dall’Archivio Storico Di Vittorio Venditti
(Foto), Presa Da Internet
Risultato Della Falsa ‘Cul’Tura
In questo triste giorno si ricorda l’apice del periodo più basso che ottantun anni fa la politica italiana ha potuto e dovuto vivere, cosa che però non ha evitati diversi, quanto indesiderati bis, considerati tali almeno da quei pochi che sanno bene che la storia è tutt’altro che maestra di vita, soprattutto dopo che i vincitori d’allora hanno provato ad imporre di non studiarne gli effetti perché avendo commessi crimini inenarrabili laddove loro dicono d’aver ‘casa’, (qui uno studio tra i tanti esempi), i ‘liberatori’ hanno cercato di far sparire le prove delle loro aberrazioni dichiarando, in nome della democrazia da esportare nei luoghi ‘liberati’, lo studio e l’analisi del tempo passato “contro la loro cultura”, scusa che per fortuna qui ha attecchito solo in minima parte, sbugiardando chi ancora oggi non se ne vuole andare dal ‘Bel Paese’.
Dell’allora ‘corto armistizio’ imposto il precedente tre settembre e divulgato di mala voglia cinque giorni dopo da chi in ciò che restava della ‘Gloriosa Patria Bella’, si vergognava perché derivante anche da proprie colpe pregresse, mai espiate ed abilmente più che ben coperte, compromesso contenente esclusivamente le condizioni militari, riservate ad una comunque titubante Italia, (il lungo che ha previste anche quelle economico-finanziarie è stato firmato il successivo ventinove dello stesso mese), su queste pagine se n’è parlato in diverse occasioni, l’ultima qui. Oggi perciò si discetterà in breve di ciò che verrà rinominato ‘basso armistizio’, vale a dire quanto la ‘patria’, non si sa fino a che punto ‘vegliata’ da chi disse in quel tempo e ribadisce ora in tutte le salse di farlo al meglio, ha dovuto patire a cominciare dal presumibile scorso inizio d’agosto, quando mentre i più pensavano alle vacanze, c’è stato chi ha voluto strafare, ribadendo senza neanche troppi giri di parole l’antico e celebre adagio: ‘agosto, moglie mia non ti conosco’. L’andazzo è stato classificato come ‘cul-turale’, ma al contrario si è rivelato foriero di una stura che non ha tenuto ‘turato’ niente, neppure il lato “b” di certi soggetti sicuramente impreparati anche a livello di sapere, comprendendo in tal verbo proposto all’infinito quanto sarebbe potuto succedere a breve come esiziale e degradante reazione a tal ‘azione’.
Già più volte ricordata la differenza tra i sessi nella ‘razza umana’, il discorso verte sul divario che fa della donna colei che dona la vita o che depaupera l’uomo delle sue false prerogative di reale dominio mediante la capitolazione di fronte ad un foro ritenuto a torto sempre godibile e sfruttabile dal maschio, ‘desiderata apertura’ che per quest’ultimo diventa un baratro in caso d’insubordinazione.
Per inciso e volendo evitare inutili fraintendimenti tesi ad alleviare incurabili ed esiziali frustrazioni: si sta parlando di Donne, non presunte tali perché vantate di attributi maschili o in quanto queste ‘caratteristiche’ sono incontrovertibilmente presenti in caso d’incontro con tali soggette, per cui seppur a Gambatesa di Femmine ce ne siano ancora nonostante il progressivo spopolamento, non si tratta di coloro che si mettono in ‘mostro’ con quell’agognata presunzione, per cui si tacciano le aspiranti sognatrici in tal senso presenti in locale.
Tornando a bomba, è stato così dal momento nel quale l’uomo s’è diversificato dai primati grazie al far politica (storia e mitologia docent, i fatti derivati spesso sono stati catastrofici per ‘l’arte del discutere a stomaco pieno e possibilmente un po’ brilli’, assunto che ha portato a crisi foriere di guerre) e nulla ci sarebbe di trascendentale, se ciò che è ormai scritto nelle cronache italiane dell’ultimo periodo balneare non fosse capitato ad un soggetto che finora ha gestita la fonte vera di reddito del ‘rotto stivale’, quella cultura spesso bistrattata e sicuramente quasi sempre non compresa, al punto di saperla nelle mani di chi tra gaffe e leggerezze d’ogni genere, ha ridotto il pane d’Italia ad una macchietta che per fortuna non ha nulla di napoletano, se non l’origine del protagonista perché l’altra ‘attrice’ è spuria anche in tal senso.
Della bassezza di tal operazione s’è detto e la speranza sta nel fatto che si stenda non un pietoso velo, ma una pesante trapunta su ciò che non può venir neppure rubricata a questione, in nome dell’onorabilità dei tanti compatrioti, contribuenti che in silenzio lavorano per far grande l’Italietta rimasta piccola perché così vuole il vero Potere. Ora non resta che attendere gli effetti di un armistizio intercorso tra “… stupide galline che s’azzuffano per niente …” (Bandiera bianca – La voce del padrone – Franco Battiato), firmato mediante la sostituzione del soggetto ‘superficiale’ con chi, dal cognome simile, ma ridotto come fosse un segno d’umiltà, si spera sia più profondo anche nell’attuare i progetti che uniti alla pazienza nel non cambiare vessillo in base alla direzione del vento, dell’italiano che con la cultura e la scienza intelligentemente applicata sa esporre al meglio la propria bandiera nel mondo, faccia risorgere ciò che per il momento risulta morto in segno di vergogna e nascosto nonostante si tratti del meglio che l’umana intelligenza (sia permesso: orgogliosamente italiana) possa saper esprimere nei tempi e per quella storia in ogni senso finora scansata dai più.
In Bocca Al Lupo.