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Falsa Inflazione

Di Vittorio Venditti

Non E’ Come Qualcuno ‘Crede’

sarà che i burattini pilotati dall’estero sono tali e quasi per auto-consolazione si ritengono una spanna più in alto rispetto al resto delle pecore italiote, ma pian piano vengono scoperti ed ignorati finché gli stomaci di coloro che stanno al pascolo hanno erba da masticare e se c’è chi pensa che per ‘erba’ ci si riferisce alla droga, ciò non va fino in fondo scartato come argomento.

centesimo

tutto aumenta, erba compresa: ma come cresce di prezzo tal insieme? Sarà per colpa del ‘turismo delle radici’ o qualcosa di simile, fatto sta che dall’inizio di agosto, far spesa nel Molise ‘bello e vivibile’, diventa davvero un termine tecnico per dire giustappunto ‘far spesa’, restando senza neppure il borsellino.

Già in un paio d’occasioni, chi scrive, recandosi in un noto ipermercato sito al centro del capoluogo della regione che non esiste, (l’ipocrisia porta a perifrasi utili a chi redige articoli basati sul pagamento crescente, in relazione al numero di caratteri utilizzati per tal redazione), il vostro cronista ha potuto riscontrare prezzi lievitati in progressione esponenziale. Due esempi a caso: un formaggio variamente stagionato che a un noto cantante della zona citata a seguire, fa pensare a chi ha combattuto nella resistenza, derivato dal latte si spera solo proveniente dall’Emilia, grattuggiato prima delle feste costava tredici euro e novanta al chilo, prezzo schizzato in prossimità del ferragosto a ventitré euro per mille grammi, tanto che vicinissimi al ‘citato’ prodotto erano presenti in bella vista, manifesti pubblicitari riferiti a noti centri di strozzinaggio dai più definiti ‘banche’, lì per indicare a chi avesse voluto fare tal azzardato acquisto, come poter ottenere un mutuo per risolvere con grossi, futuri sacrifici, il problema. Se poi la voglia di farsi passare uno sfizio la si voleva mitigare con una scatola (non marcata se non con le insegne del negozio che esponeva tal confezione) contenente sei coni gelato da novanta grammi l’uno che a fine luglio la si poteva pagare due euro e novantanove centesimi, a seguire la trasformazione ha riguardato il prezzo che è arrivato a cinque euro e sessantotto centesimi, ma per una confezione di sei coni da settantacinque grammi pro capite.

Si potrebbe andare avanti nella disamina delle fregature che il cosiddetto ‘servizio pubblico radio-televisivo’, mediante resoconti confezionati alla bisogna da chi lo ‘guida’, ha l’obbligo di camuffare e presentare alle pecorelle ‘smarrite’ in questi calcoli come una ‘benedizione di Dio’ perché potrebbe andar peggio, ma lo stomaco di chi scrive e probabilmente anche di chi legge il presente sfogo è al limite della sopportazione e se tutto si ferma qui è solo per vedere fino a che punto coloro che ossequiano chi li pasce restando nella loro beata tranquillità, agiscono in tal maniera senza pensare che quell’ossequio al singolare è considerabile al plurale esclusivamente se s’estrapolano le ultime tre lettere del termine che sempre nella terza persona per l’appunto plurale vale anche per il verbo considerare, il tutto avendo presente che da dietro c’è chi, momento per momento, attenta a quanto, appartenente al corpo umano, viene denominato proprio con la parola nata da quanto preso in considerazione in termini di vocali e consonanti.

Co’ Tutti ‘Sti Giri Di Parole… Chissà Quanto Verrebbe Pagato Un Simile Articolo.