Di Vittorio Venditti
Ricordo D’Un Dimenticato
“Un politico è qualcuno che pensa alle prossime elezioni, mentre lo statista pensa alla generazione futura. Il politico pensa al successo del suo partito, lo statista al bene del suo Paese”. La citazione, ripresa da Alcide De Gasperi, è del teologo statunitense James Freeman Clarke (1810-1888).
Oggi sono esattamente settant’anni dal giorno nel quale lo Statista lasciò questo mondo, portando però improvvidamente con sé il contenuto del virgolettato ripreso sopra, a partire dal periodo postbellico che dopo aver ridotta l’Italia ad un ammasso di macerie, con conseguente emigrazione di coloro che oggi vengono reclamati (per esclusivo, losco, seppur legittimo guadagno) in nome delle proprie radici ed aver derubati quelli che fatti prigionieri durante la guerra sopra richiamata, si videro sfilare gli emolumenti comunque destinati dagli alleati a chi aveva lavorato in prigionia, ha costruito un sistema che accentuando la cosiddetta ‘questione meridionale’ ed alimentando la corruzione che è comunque alla base d’ogni gestione politico-giudiziaria in tutto il mondo, ha portato il ‘rotto stivale’ ad esser sempre più da buttare, in nome del successo della politica/magistratura, alla faccia della lungimiranza di chi, Statista, avrebbe forse voluta una soluzione finale più all’avanguardia per quello Stato governato tra così tante difficoltà.
Quel ‘simbolo’ tanto osannato da chi fino a qualche giorno prima aveva leccato tutto ciò che si potesse leccare alla politica caduta in disgrazia per effetto dei capricci del vero potere, non più tardi di vent’anni dopo la dipartita dello ‘statista’, era stato smascherato da chi per quella ragione è stato poi sacrificato perché le banche ed i loro complici così hanno voluto e quello ‘stato’ già allora esclusivamente participio passato del verbo essere aveva gettate le basi per le azioni fallimentari delle quali oggi i sudditi pagano le conseguenze derivanti dall’attuazione dell’assunto che Leonardo Sciascia ha poi sintetizzato nella frase “La sicurezza del potere si fonda sull’insicurezza dei cittadini”, vero risultato della non applicazione di quanto deriva dal modo di governare dello Statista, per questo dimenticato.
Ciao Statista.