Di Vittorio Venditti
(Foto), Di Salvatore Di Maria, Quella Di De Matteis, Presa Da Internet
E I Cantonieri: Che Fanno?
Torniamo ad essere cattivi, riprendendo una farneticazione, (è proprio il caso di dire), proposta ai quattro venti dal presidente della provincia di Campobasso, quel Rosario De Matteis, da me apprezzato in tante occasioni, ma che in questi giorni, complice forse gli alti e bassi del meteo, ha sbroccato; quel Rosario De Matteis che con il suo Dire sta cercando di farsi passare per “Vittima” delle Strade, per giustificare il suo non fare nei confronti di noi cittadini, “Vittime” della Strada.
Il Nostro, in quel momento di follìa, ha detto in sostanza che in mancanza di fondi, avrebbe chiuse le strade provinciali, ne più ne meno che come ha fatto il Sindaco di Gambatesa a proposito della strada che dal Serrone porta alla contrada Carestia, qui il riferimento, cosa però promessa e sicuramente mantenuta.
Prima di esporre la considerazione che mi viene in mente, ecco qualche nuova immagine scattata nei giorni scorsi dal nostro fotografo di fiducia, foto proposte per evitare che si dica che io sono sempre il solito disfattista.
Cominciando dunque con un breve riassunto che da due scatti già posti all’esame della tua intelligenza ci porta al terzo che è inedito, passiamo a vedere quanto, nel giro del quale abbiamo parlato nei giorni scorsi, è stato possibile estrapolare per creare il delirio odierno:
Guardando queste foto, mi è venuto in mente il dire della buon’anima di Pasquale Moffa, “Sdanghin”, (cantoniere ANAS dei tempi che furono), che spesso riferiva queste parole:
“Queste strade, finché sarò vivo io, saranno pulite e ben funzionanti; alla mia morte però, potrete dimenticare tale privilegio”.
Ed infatti è proprio così.
Già in tante farneticazioni, (qui il link all’ultima, ripresa anche da giornali cartacei), io ho messo in risalto il fatto che i cantonieri di prima si riunissero sul ciglio della strada per fare durante l’orario di lavoro qualche partita a carte, tenendo però pulite le cunette con tutti gli annessi e connessi.
Oggi quei pochi che ancora abbiamo l’onore di vedere per strada, hanno completamente dimenticato di attuare il secondo punto appena esposto, continuando imperterriti nel loro comportamento, nonostante il fatto che venga regolarmente corrisposto loro lo stipendio.
Se la strada di prima è stata consegnata alla provincia di Campobasso, quella in parte appena mostrata è nata proprio come strada provinciale, per cui se la vedi in queste condizioni, credo di poter affermare senza ombra di dubbio che tali immagini hanno ancora minori scusanti.
Senza volerti tediare più del necessario, ecco le ultime foto che chiudono lo scempio odierno, sicuramente da noi cittadini non voluto, sicuramente evitabile con la prevenzione, atteso che come già detto, i cantonieri (o come si chiamano oggi: Stradini), se attuassero il secondo punto di cui sopra, risolverebbero il problema a costo zero.
Dunque: Se a Roma vige il detto: “Quello che non hanno fatto i barbari lo hanno fatto i Barberini” a proposito del trattamento riservato dall’allora nobile famiglia su citata, ai monumenti dell’Urbe, questo Dire si può tranquillamente riportare alla statale diciassette, strada costruita a metà del diciannovesimo secolo, sopravvissuta anche alla seconda guerra mondiale, ma in agonia per effetto del mancato lavoro dei dipendenti di un ente che, già lautamente foraggiato, pretenderebbe ulteriori danari da estrarre dalle nostre tasche.
In definitiva: Il signor de Matteis, farebbe bene ad applicare quella Legge non scritta che si riassume nel detto di andreottiana memoria: “I panni sporchi si lavano in famiglia”.
Così facendo, non avrebbe bisogno di minacciare stupidamente azioni che se pur volesse sarebbero inattuabili oltreché improponibili, visto che difficilmente riuscirebbe ad imbragare la libertà di chi, magari proprio per andare a lavorare, è costretto a servirsi di strade per le quali paga tasse da paese incivile, (vedi R. C. A., tassa di possesso dell’auto e tasse d’immatricolazione), tasse pagate per avere strade comode, a fronte di un servizio reso che ci permette di utilizzare percorsi che possono tranquillamente essere considerati poco più che mulattiere.
Volendola buttare sul ridere e considerando quanto detto ieri a proposito del Regalo fatto dal municipio alla locale Polisportiva, invito i destinatari del “dono” a richiamare sulla panchina della prima squadra gambatesana quel Mercurio Tucci, cui io ho già rivolta la preghiera di tornare nel nostro borgo, (qui per ricordare), affinché, riportando alla vittoria una squadra che quest’anno poche volte ha raggiunto questo risultato, dia anche una generale ripulita alle nostre strade, mettendo in pratica quel servizio di prevenzione, utile a frenare (finché sia possibile) il degrado imperante su questa parte del patrimonio pubblico, cosa forse più importante dei risultati sportivi che comunque ci piacerebbe vedere.
Ridere?…
Neanche tanto!
Che ci sarebbe poi da ridere in una proposta così seria?