Di Luca Giordano
Era la sera del ventisei luglio 1805, quando verso le ore ventidue un rumore sordo quasi come se fosse un’esplosione investì gran parte del sud Italia, particolarmente il Molise che fu l’epicentro di quello che è ritenuto uno dei più gravi terremoti mai registrati nel nostro paese.
Stando ad uno studio del Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia nel territorio compreso tra Frosolone e Vinchiaturo (fulcro del terremoto), è stata registrata una scossa del nono grado della scala Mercalli che rase al suolo interi paesi molisani del matese.
Tra Campobasso ed Isernia la conta dei morti durò parecchi giorni e alla fine secondo quanto riportano i registri del tempo, complessivamente la nostra regione ebbe una perdita di poco più di cinquemila anime, una cifra tutto sommato bassa vista la gravità del terremoto che cancellò all’istante interi villaggi (ricostruiti appena dopo dai nostri avi).
Per questo motivo, la festa di Sant’Anna è molto sentita dalle nostre parti, sopratutto a Jelsi dove da quel terribile ventisei luglio 1805 è tradizione festeggiare la santa con la tipica ‘festa del grano’ per ringraziarla dei pochissimi morti riscontrati tra la cittadinanza dell’epoca.