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3 Luglio 2024
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Perle Dal Fronte

Di Ouday Ramadan

FRONTE PALESTINESE

Autore dell’articolo richiamato in basso: Amos Harel
1 luglio 2024

Il quotidiano israeliano “Haaretz” pubblica un articolo del suo analista per le questioni militari, Amos Harel, pezzo nel quale l’autore parla della debole realtà israeliana che non permette allo stato ebraico di entrare in battaglia contro Hezbollah.

Di seguito il testo dell’articolo tradotto dall’ebraico:

Libano

Tra l’opinione pubblica israeliana si stanno diffondendo voci su una guerra totale contro il Libano nel prossimo futuro anche senza alcun collegamento necessario con gli sviluppi della situazione sul terreno. Ieri, domenica, dal Libano sono stati lanciati droni e missili d’attacco e 18 soldati sono rimasti feriti da un drone nel Golan, uno dei quali in modo grave. Tuttavia, lo scontro a fuoco tra l’esercito israeliano e Hezbollah è avvenuto recentemente con un’intensità leggermente inferiore rispetto ai mesi precedenti, ma ciò non dissipa i timori di un’espansione dello scontro.

La continua assenza di una soluzione politica al confronto aumenta i timori sullo scoppio della guerra tra Libano e “Israele” e voci, intimidazioni e teorie assurde si diffondono in “Israele” al riguardo.

Alcune dichiarazioni dei ministri del governo non contribuiscono a calmare la situazione. Il membro del gabinetto, il ministro delle Finanze Bezalel Smotrich, ha delineato ieri il volto dell’attesa battaglia regionale. Il famoso stratega suggerisce “l’indebolimento del regime iraniano, la completa distruzione di Hamas e una guerra dura e rapida contro Hezbollah che lo metta fuori gioco”. In ogni caso, alla luce degli avvertimenti degli economisti di alto livello sul disastro che attendeva l’economia israeliana, sarebbe stato meglio se Smotrich avesse approfondito un po’ gli affari del suo ministero.

Il piano, presentato da Smotrich, solleva l’ovvia domanda: tu e quale esercito?
La risposta a questa domanda: qual è il livello di deterioramento delle unità regolari che combattono Hamas da più di otto mesi? Come si sente un riservista quando viene chiamato in servizio per la terza volta, lasciandosi alle spalle la famiglia, il lavoro in difficoltà e l’anno di scuola perduto? Qual è la quantità esatta di munizioni di cui dispone l’Aeronautica Militare, soprattutto alla luce della decisione dell’amministrazione Biden di ritardare la spedizione di 3.500 bombe pesanti? Quali riparazioni sono necessarie per i carri armati e i veicoli corazzati dopo un lungo periodo di funzionamento?

Inoltre: chi è il personale militare che crede che una mossa brusca e rapida sconfiggerà Hezbollah? Quanti riservisti saranno necessari entro un anno per mantenere il governo militare, promesso dal ministro, nella Striscia di Gaza? Fino a che punto il fronte interno israeliano sarà preparato ad affrontare un bombardamento quotidiano di migliaia di missili e droni provenienti da Libano, Iran, Iraq, Siria e Yemen?

Tutto questo senza menzionare le questioni strategiche trascurate, come il sostegno americano e la reazione della comunità internazionale se Israele lanciasse un attacco coordinato ai siti nucleari iraniani e alle forze di Hezbollah nel Libano meridionale.

C’è un’alta probabilità che Israele si trovi in una situazione in cui ha la spada puntata al collo e deve affrontare una varietà di nemici in una guerra su più fronti. Ma Smotrich sembra parlare con l’immaginazione. È difficile valutare se le sue dichiarazioni, fatte ieri alla conferenza stampa di Makor Rishon, riflettano una miopia strategica, o se ci sia una mossa più cinica da parte di coloro che credono che uno scenario regionale di Gog e Magog favorisca i suoi obiettivi.

Sullo sfondo, inoltre, c’è l’intenzione di Netanyahu di parlare al Congresso americano dopo 3 settimane, il 24 luglio. Nelle comunicazioni con gli americani, gli israeliani sollevano la possibilità che l’esercito israeliano lanci un attacco contro il Libano, sperando che Hezbollah accetti un accordo che sposti le sue forze a nord, verso il fiume Litani, ma gli americani dubitano di questa possibilità e credono che non esiste una situazione intermedia, il cui limite sia inferiore a quello di uno scontro globale. Anche un’operazione limitata da parte dell’esercito israeliano riceverà rapidamente una risposta da parte di Hezbollah. Da qui in poi la strada verso la guerra totale sarà breve.

La principale difficoltà che il governo deve affrontare riguarda le aspettative del pubblico. Circa 60.000 israeliani sono stati evacuati dalle loro case nel nord, su ordine del governo e dell’esercito israeliano, l’8 ottobre. Al momento non è prevista una data per il loro ritorno. Le critiche stanno aumentando sullo sfondo del continuo fallimento strategico e questo viene ascoltato dagli abitanti del nord, dai media e dall’opposizione.

Le risposte dei portavoce del governo non convincono. Quanto più a lungo la realtà attuale continua senza una soluzione, tanto maggiore è la tentazione per il governo e i “militari” israeliani di cercare di apportare un cambiamento attraverso un’operazione militare su larga scala in Libano, nonostante i rischi noti e ben noti.