Di Jula Papa
Alle Regioni contrarie chiediamo un atto politico forte: indire un referendum per abrogarla
Senza alcun dibattito pubblico e con scarso coinvolgimento delle forze parlamentari s’è arrivati oggi all’approvazione di una legge che impatterà sulla vita concreta delle cittadine e dei cittadini del nostro Paese e che rischia di rivoluzionare completamente gli assetti istituzionali, determinando il consolidamento delle fratture e disuguaglianze che caratterizzano il nostro Paese.
“Il fatto che si tratti di una legge procedurale – che definisce al momento soltanto le procedure attraverso le quali le regioni possano eventualmente chiedere forme di autonomia differenziata – non ci rassicura affatto perché la definizione dei Lep, ossia dei Livelli essenziali delle prestazioni e le risorse necessarie per gli stessi, avverrà a valle e non preventivamente – come da più parti e in più occasioni richiesto”, commenta Anna Lisa Mandorino, segretaria generale di Cittadinanzattiva.
“Se facessimo l’ipotesi (estrema, ma possibile) che tutte le Regioni chiedessero per sé – a partire da questa legge – forme di regionalismo asimmetrico estremamente articolate e su più ambiti, l’Italia, come Stato unitario, semplicemente non esisterebbe più e lo si sarebbe deciso senza alcun tipo di partecipazione popolare. Per questo avevamo inviato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri un’istanza d’accesso agli atti del Comitato Lep, istanza che ci è stata rigettata per motivi puramente formali, negando di fatto qualsiasi seppur minima partecipazione dei cittadini al dibattito su una riforma talmente importante per il futuro del Paese. Un appello lo rivolgiamo ai Presidenti delle Regioni – almeno 5 come previsto dalla Costituzione perché possano indire un referendum abrogativo – che si sono detti contrari a questa riforma, affinché compiano un atto di responsabilità politica forte nei confronti dei loro cittadini, invitandoli ad esprimersi per la possibile abrogazione di questa legge”.