Di Vincenzo Colozza
Atteso da diverso tempo è stato recentemente pubblicato il libro in cui lo studioso di storia Francesco Tavone raccoglie gli esiti di uno scrupoloso lavoro d’indagine da lui condotto per vari anni sull’opera e la figura di Bonifacio Chiovitti, personaggio che occupa un posto di rilievo nel “pantheon” degli uomini illustri del Molise dell’Ottocento. Il volume reca il titolo: “Bonifacio Chiovitti eclettico intellettuale molisano fra erudizione, ricerca e politica” e ha per sottotitolo. “Un’esistenza dedicata alle scienze dell’antichità e ai beni archeologici, ma non solo”. La sua presentazione è fissata per sabato 29 giugno, alle ore 17, presso palazzo Colagrosso di Bojano.
Quella di Chiovitti è stata una vita interamente votata alla professione di medico, agli studi e alla politica. L’eclettismo da cui era animato e la passione per la ricerca lo portano a spaziare con competenza e autorevolezza in diversi ambiti disciplinari, grazie anche alla sua immensa e rinomata erudizione. La monografia di Tavone con un accurato scavo negli archivi e nelle biblioteche di varie città d’Italia, l’utilizzo di fonti di prima mano e dei suoi scritti disponibili fornisce una ricomposizione dell’operato di Chiovitti, ponendo l’attenzione sulla sua formazione e i suoi interessi culturali. Ne emerge uno studioso che con metodo scientifico e riconosciuta capacità si dedica alla botanica, alla medicina, alla matematica, alla storia, alla letteratura, alle lingue classiche e neolatine, alla lingua osca, alle scienze dell’antichità – in particolare all’archeologia, all’epigrafia, alla numismatica e alla filologia –, alla raccolta e analisi di reperti riguardanti l’antico Sannio, alla creazione a proprie spese, nonostante le sue difficoltà economiche, di una collezione-museo considerata nella sua epoca una delle migliori d’Europa, a una ricca biblioteca. Fa parte della comunità degli uomini di cultura molisani, stringendo con loro rapporti di amicizia e di collaborazione, in particolare con Francesco Saverio Cremonese, Ambrogio Carabba, Domenico Bellini, Pasquale Albino, Vincenzo Venere, Luigi Mucci, Alfonso Perrella e Francesco Lucenteforte.
Al di fuori del Molise tra i suoi interlocutori figurano insigni protagonisti della cultura italiana come Bartolomeo Borghesi, Giulio Minervini, Celestino Cavedoni, Angelo De Gubernatis e Raffaele Garrucci. Nel Sannio è punto di riferimento degli studiosi stranieri che nell’Ottocento arrivano nell’Italia Meridionale per studiarne le antichità. Tra coloro che a Bojano riceve nella sua casa e con i quali dialoga e intrattiene legami epistolari figurano Enrich Dressel, Ludwig Friedländer, e Theodor Mommsen. Con loro Chiovitti, grazie alla sua cultura, non certo comunale, ma addirittura di stampo europeo, si confronta alla pari, evidenziandone gli errori e le inesattezze e giungendo a proporre una “via tutta italiana” nello studio delle scienze dell’antichità, in particolare dell’epigrafia, in piena autonomia rispetto agli stranieri.
Tavone nell’analizzare in modo sistematico l’opera dell’intellettuale molisano la colloca in ambito nazionale mediante ampie contestualizzazioni, veri e propri saggi che fungono da introduzione in particolare al contributo dato da Chiovitti alla letteratura di montagna, alle scienze dell’antichità e alla tutela dei beni storico-culturali, in primis quelli archeologici. Inoltre grazie a una documentazione inedita procede alla ricostruzione almeno virtuale della biblioteca e della collezione-museo chiovittiane.
Dopo una rassegna dell’attività politica il libro trova la sua conclusione in un’appendice in cui figurano epistole prevalentemente inedite di Chiovitti, l’allocuzione tenuta in qualità di presidente del Consiglio del Distretto d’Isernia, la raccolta dei suoi scritti, oltre ai suoi progetti per la realizzazione di una rete di musei comunali e provinciali.