Di Giuseppe Bortone
Con Talassa il musicista salentino Dario Muci mette a nota, brano per brano, un unico canto di denuncia e speranza, da cantastorie della sua terra e delle sue contraddizioni. Storie vere, d’attualità e del passato, di mare e di terra, di Salento e migranti, dalla lotta al caporalato alla difesa dell’ambiente: Talassa si snoda lungo otto tracce world su testi in dialetto salentino (ma anche grico, italiano e arabo). L’album s’arricchisce di preziose collaborazioni: Raphael Gualazzi, arrangiatore e interprete della storia vera di Mohammed; Nabil Salameh nella preghiera in salentino e arabo Ommmuammare dedicata agli infiniti morti tra le onde; Enza Pagliara che con la sua voce arcaica eleva il pathos di più brani; Treble e Rocky G. Vox, che in Sant’Asili, brano ispirato alla lotta contro i gasdotti nel Mediterraneo, portano la loro personale denuncia; Giuseppe Semeraro, autore del testo di Ulivi, canto sul Salento colpito dalla Xylella.
Otto tracce originali ed una forma di scrittura nuova, lontana dai codici tradizionali, per il musicista salentino Dario Muci che dopo venticinque anni di attività e ricerca, debutta con il suo primo disco di inediti, di cui firma testi e musica. Talassa, (che nasce dopo una gestazione di oltre otto anni), è il suo canto di denuncia e speranza, facendosi megafono di storie vere, di mare e di terra, d’attualità e storia passata, di Salento e migranti, di lavoro, sfruttamento, dolore, di paesaggi ormai cimitero d’ulivi e sempre e comunque d’amore. Con Talassa Dario Muci scrive, musica e pubblica un album in cui, senza sventolare alcuna bandiera politica, mette a nota, brano per brano, contraddizioni d’oggi.
Due degli otto brani di Talassa sono testi del poeta dialettale salentino Rocco Cataldi (Parabita, 1927 – 2004) scelti e musicati da Muci: A li furisi (primo singolo, fuori dal 24 maggio), cartolina degli anni d’oro della campagna salentina, trasformato in una sorta di manifesto politico sull’attuale condizione del lavoro nelle campagne, e Moi ca nc’è lu sule, invito alla bellezza, alla speranza, all’accoglienza, a godere della “luce” quando c’è, per moltiplicarla quando ce ne sarà bisogno.
L’unico testo del disco in italiano è di Giuseppe Semeraro (attore, regista e poeta salentino) che di Talassa, tra l’altro, ha curato la traduzione in italiano dei testi dialettali. Muci musica il suo Ulivi, un canto di speranza che con una dolcezza estrema restituisce una nuova visione di bellezza al Salento colpito dalla Xylella.
Nell’album anche un testo in grico, antica lingua tuttora parlata dagli anziani della Grecìa Salentina, enclave ellenofona del Salento. Talassa è il titolo, scelto anche per l’intero disco. Nasce come testo in dialetto salentino scritto da Muci, viene poi tradotto in italiano e successivamente in grico da studiosi di quest’ultimo. Talassa (dal greco Θάλασσα, Thalassa) è il mare: secondo l’autore è il mare che tutti abbiamo dentro, è la nostra interiorità, immensamente grande e dunque, a volte, ancora da scoprire.
Nella visione di Muci, nato e cresciuto a Santa Maria al Bagno, marina di Nardò, da sempre comunità di pescatori, talassa è anche semplicemente l’amore. Ecco allora che firma il suo canto d’amore per il mare, ma anche la sua ode alla persona amata: una poesia in cui talassa e amore sono l’amore stesso.
L’album Talassa si stende su un tappeto musicale decisamente “urban”, con contaminazioni classiche, fusion, world, dub. Per fare questo Muci ha scelto di lavorare con musicisti provenienti da ambienti musicali differenti: Roberto Chiga (percussioni), Giovanni Chirico (sax tenore e baritono), Vito de Lorenzi (percussioni), Claudia De Ventura (voce), Giorgio Distante (tuba, tromba), Adolfo La Volpe (oud), Gianluca Longo (mandola e mandolino), Alessandro Lorusso (dub master), Matteo Resta (basso), Marco Rollo (piano), Marco Schiavone (violoncello), Marco Tuma (fiati).
“Qualcosa che mi viene dall’anima e che non riesco più a trattenere. Talassa è il mare che abbiamo dentro, la nostra interiorità, così potente e profonda, calma, misteriosa, ma anche agitata e ansiosa. È un luogo di straordinaria bellezza con molte parti ancora inesplorate e sconosciute, con i suoi riflessi di luce…l’amore, la speranza, la gioia – dichiara Dario Muci -”.