Di Luca Giordano
Mentre gli studiosi della politica commentano ormai da ore ed ore dell’affermazione della Meloni, della rinascita del Pd e dei malcontenti di Conte e Salvini che scendono sempre più di gradimento in larga scala, in tutti questi ragionamenti dei grandi professoroni intervistati dalle televisioni o dai giornali d’importanza nazionale, mai sento parlare del fenomeno del voto legato alla figura imprenditoriale del candidato (fatto registrato specialmente al sud Italia).
Bisogna dire che fare impresa in questo territorio dimenticato da tutto e da tutti è sempre lodevole soprattutto per chi offre una discreta stabilità economica alle famiglie del mezzogiorno che in segno di riconoscenza sono portate a scrivere nel seggio elettorale il nome del proprio ‘datore di lavoro’, aldilà del partito politico d’appartenenza del candidato.
Ovviamente questi uomini d’affari lontani geograficamente dall’Europa, hanno bacini di voti grandissimi di intere famiglie che hanno lavorato, che lavorano o che dovranno lavorare per loro per cui una loro vittoria è quasi scontata.
Questa popolazione italiana che è così lontana dalle dinamiche politiche nazionali (figuriamoci da quelle europee) a cui per pragmatismo poco importa delle ideologie politiche, premia chi può garantirle di mettere il pane in tavola.
Nel voto popolano c’è la vera essenza della politica: piaccia o meno.