Di Ouday Ramadan
IL MIO ISLAM E IL LORO.
Invito i miei amici e lettori a non coinvolgermi in dibattiti dediti ad offendere l’Islam come religione. Io non sono né il Magdi Allam, né la Santanchè della situazione e neppure uno degli imam improvvisati dei salotti televisivi. Anche se ogni tanto questi ultimi dicono una frase sensata.
Cari amici, le calunnie e l’ignoranza offendono il mio essere umano prima di tutto, ma anche il mio modo tradizionale e culturale di vedere l’Islam che è molto diverso da quello conosciuto oggi come tale, allevatore dei terroristi e della peggiore feccia degli assassini e dei predoni. Il mio Islam sicuramente non è quello propinato da loro, dipinto come pedofilo.
Se si tratta di piantare bandierine, ci sono episodi nella Bibbia che fanno accapponare la pelle. Mi vengono i brividi al solo pensiero che un Profeta, un Messaggero inviato da Dio, come Davide (as), possa trovare serenità, da anziano, soltanto accarezzando una sposa di otto anni coricandosi fisicamente insieme a lei nel letto. Come non posso credere che il Profeta Muhammad (sas), abbia accettato di sposare una bambina di nove anni anche perché è stato storicamente dimostrato che la Signora Aisha, moglie del Profeta Muhammad, morì nel sessantesimo anno dell’Hijraa (calendario islamico)ed è storicamente dimostrato che il Profeta, Muhammad, sposò la Signora Aisha nel secondo anno dell’Hijraa e considerando che la Signora Aisha è morta alla veneranda età di ottant’anni, se ne deduce che al momento del matrimonio avesse 22 anni. A meno che l’aritmetica non sia diventata un’opinione, convinzione peraltro molto diffusa di questi tempi.
Il mio Islam è quello della Famiglia di Muhammad e dei Suoi Discendenti (barbaramente trucidati, avvelenati, ritenuti colpevoli e miscredenti) e non dal Vaticano, e neppure dal Gran Rabbino, e nemmeno dagli Indù, bensì da coloro che si proclamano Musulmani. Il mio Islam non è il loro, il mio Islam è quello del Profeta della Misericordia Muhammad, colui che ha permesso ai monaci cristiani, nel giorno del Mubahala, d’intonare l’Ave Maria (as) nella Sua Moschea. Il mio Islam è quello dell’Imam Ali Ibn Abi Taleb (as), Principe della Giustizia e dell’Equità, riconosciuto, persino dall’Unesco come il miglior governatore che abbia avuto l’umanità. Leggetevi il rapporto dell’Unesco del 2002. Avrei dovuto dire punto e a capo, ma proseguo. Il mio Islam è quello dello Sheikh Al Raees Aveecene, di Al Farabi, di Al Kendy, di Algebra, di Muhammad Abdu, di Jamal Addin Al Afghani e quello del Martire, il Dottor Muhammad Al Buti, ucciso proprio nella sua moschea, da coloro che si dichiarano musulmani.
Non si tratta d’essere sciiti, alawuiti o sunniti e chi più ne ha più ne metta. È questione d’onestà intellettuale. L’Islam è una cosa e la stragrande maggioranza dei musulmani è tutta un altra. Questi ultimi, dell’Islam hanno solo il nome e del Corano esclusivamente i disegni che oltretutto altro non sono che ornamenti, d’arte araba. Gli artisti competono da secoli tra di loro per decorare con questi ornamenti il Corano che non ha bisogno di decorazioni.