Di Luca Giordano
Pochi giorni fa, le parole del capo supremo della Lega Nord Umberto Bossi che in vista delle prossime elezioni europee di giugno ha tuonato contro Matteo Salvini: in caso di un altro flop deve lasciare la segreteria del partito nato ai piedi del Monviso.
“Terùn? Albanès? Nègher? FORA DAI BAL!!”, ringhiava un giovane Bossi quando ad inizio anni ’90, fondava e portava al successo il partito che voleva la cosiddetta ‘indipendenza padana’, quella che significava una sorta di separazione (sopratutto monetaria) delle regioni settentrionali rispetto a quelle meridionali che a detta dei padani erano solo zavorre da dover mantenere, non avendo tutti i torti.
Poi col passare degli anni, come spesso (sempre) accade che muoiono gli ideali e si viene travolti dagli scandali che anche nel caso di Bossi gli hanno tagliata la carriera politica.
Così un lombardo di nome Matteo Salvini, nato politicamente proprio sotto il segno della lega ne diventa il simbolo universale. Matteo sogna in grande, tanto che cambia letteralmente la natura e la genesi del partito. Lui capisce che per poter governare da primo partito bisogna includere l’intera Italia, isole comprese. Così, cavalcando i populismi del tempo (lotta all’immigrazione), Salvini diventa una vera e propria celebrità da Bolzano a Pizzo Calabro. Ma si sa che il potere politico dura quanto la ‘neve a Napoli’ ed ora che Salvini non è più considerato credibile per il futuro di quella corrente politica cancellata proprio da lui si devono valutare alternative che vadano al passo coi tempi.
Che sia un Gennaro magari nato a Caivano il prossimo segretario del carroccio o un bel nigeriano dall’accento Veneto a scippare il posto a Salvini che intanto non pare intenzionato a lasciare?
Vedrei bene anche un neo esponente molisano che magari trasferirà la prossima Pontida a Bojano.