Di Vittorio Venditti
Detto Delle Notizie, Qualcosa Su Chi Le Presenta
Già due mesi e mezzo fa, questa voce ha scritto un articolo su fatti che rischiano di determinare il corso della salute non solo moli-sana quando manipolati da ciò che ancora non si conosce a fondo e già la si tiene da conto più del Vangelo: la cosiddetta ‘intelligenza artificiale’. Oggi sarà il caso di tornare sulla falsariga di ieri e parlare di chi si appresta a servirsi di questa ‘novità’ per redigere proprio i fatti di cui sopra o quanto di simile.
Ci si sta sempre più allontanando da quanto sintetizzò con il proprio vivere San Francesco di Sales, ovvero che chi fornisce notizie, prima di farlo deve consumare le suole delle scarpe per indagare, sintetizzare e scrivere. S’assiste invece ogni giorno a beceri copia/incolla e la cosa più squallida la si ritrova nel fatto che chi ad ogni livello gestisce tali pubblicazioni, molto spesso si volta dall’altra parte per non guardare, quando non solo dovrebbe puntare gli occhi, ma magari assicurarsi d’aver presa una decisione arbitrale che ristabilisca la verità dei fatti, cosa che così come viene lasciata, porta all’irridere tal operato come segue:
“La Stampa
Cuneo e Provincia
Emergenza Coronavirus
Scuole chiuse almeno fino alla riapertura
Mascherine e orari limitati
Allerta nelle case di riposo”
Morto il soggetto due giorni dopo: si erano ‘portati avanti col lavoro’… e per finire un po’ di sport,
la ‘notizia’ è stata rimossa, dopo che però era stata immortalata per tempo.
Se a tutto ciò s’aggiunge la sempre più bassa qualità dello scrivere che ad esempio prevede l’aver imparato in tal senso sui motori di ricerca d’origine americana che (solo per dirne una) non prevedono l’utilizzo dell’apostrofo da sostituire con vagonate di virgole per aumentare il numero delle battute componenti ciò che poi viene spacciato e pagato come articolo, (per carità cristiana s’eviterà di parlare di mancanza d’uso di sinonimi ed aggiunta di perifrasi ridondanti al limite del cattivo gusto, rinunciando quasi per partito preso a bellezze della lingua di Dante ormai ‘desuete’), non resta davvero altro da fare che sperare nell’avvento dell’intelligenza artificiale che andando a sostituire l’idiozia naturalmente ‘q’ulturale, toglierà in parte almeno l’alibi a chi non leggerà più i giornali accontentandosi di ‘consultare’ i social (spesso sulla notizia molto prima degli stessi ‘addetti stampa’, al momento “in attesa che venga loro accordato il permesso di scrivere”) perché come già molti ragazzi al limite della maggior età affermano:
“Se Devo Leggere, Meglio Su Canali Gratuiti: Scrivono Male Comunque!”.