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Bonus Edilizi E Rimozione Barriere Architettoniche: Le Preoccupazioni Di Confabitare

Di Eleonora Carboni

Confabitare

Confabitare, associazione proprietari immobiliari, esprime una profonda preoccupazione per le recenti modifiche apportate dall’ultimo Consiglio dei Ministri, dove con un colpo d’accetta l’esecutivo vieta la possibilità d’utilizzare lo sconto in fattura e la cessione del credito ed elimina la possibilità d’utilizzare la remissione in bonis che aveva come data ultima il 15 ottobre.

Le disposizioni di questo decreto sono un duro colpo per tutte quelle persone che hanno deciso di ristrutturare la propria abitazione sfruttando i Bonus Edilizi, così come già accaduto, con la chiusura dell’acquisto dei crediti da parte di Poste a fine 2022 anche questa volta, nel giro di una nottata, il governo cambia lo scenario col quale si possono gestire i bonus edilizi.

“Tanto per fare un esempio – commenta il presidente nazionale di Confabitare Alberto Zanni – in questo momento un proprietario di casa che nel suo mini condominio con grande sforzo ha potuto terminare e pagare i lavori entro la fine dell’anno e s’è ritrovato con 60.000 euro di crediti maturati, riuscendo a cederne 40.000 a Poste Italiane, poiché non era possibile superare questo tetto, si ritrova con 20.000 euro di crediti da cedere ad aziende, istituti o liberi professionisti. Mettiamo che con estrema fatica abbia potuto trovare un’azienda disposta ad acquistarglieli e sapendo di non riuscire a portare a termine l’iter burocratico entro i primi d’aprile abbia deciso di farlo dopo pagando i 250 euro della remissione in bonis, questa mattina si sveglia sapendo che quell’operazione non è più possibile. Il governo tende a parlare della questione superbonus citando freddi numeri, senza considerare che in realtà stiamo parlando di persone e famiglie. Allora io mi chiedo – continua Zanni – dopo che il bonus psicologico 2024 è stato esaurito in poche ore, il governo così facendo mette a dura prova la tenuta psicologica di molti suoi cittadini incolpevoli. Lo stop allo sconto in fattura colpisce anche il terzo settore, le onlus, le case popolari, praticamente le fasce deboli che si volevano ancora tutelare”.

Confabitare s’è sempre distinta per la particolare attenzione data all’abbattimento delle barriere architettoniche ed evidenzia con preoccupazione l’impedimento nell’utilizzo dello sconto in fattura per interventi mirati alla rimozione di tali barriere, soprattutto per una fascia di persone con limitate capacità economiche: “non è corretto paragonare il bonus barriere architettoniche ad altri bonus edilizi – commenta Zanni – perché quest’ultimo è un beneficio sociale fondamentale per coloro che affrontano difficoltà economiche nell’accesso all’abitazione. La possibilità di sconto in fattura per interventi di rimozione delle barriere architettoniche dovrebbe essere garantita: in genere sono gli anziani a richiedere questo incentivo, spesso privi di risorse finanziarie sufficienti per installare dispositivi d’accessibilità, per loro tale bonus rappresenta un’opportunità unica per una vita più indipendente e inclusiva. Rimuovere questa possibilità mina profondamente la dignità e i diritti fondamentali di chi vive una disabilità rendendo la sua vita ancora più difficile e isolata”.

Lo stop agli sconti in fattura e alla cessione del credito influenza notevolmente la capacità delle famiglie e delle imprese di finanziare e gestire interventi volti alla rimozione delle barriere architettoniche, senza questi incentivi, sarà più difficile affrontare i costi necessari per rendere gli spazi urbani più inclusivi e accessibili per tutti i cittadini. “È essenziale – conclude Zanni – che la rimozione delle barriere architettoniche rimanga una priorità nella pianificazione e nella gestione urbana”.