PALLAVOLO, SERIE B NAZIONALE. EnergyTime Spike Devils: Successo Anche A Sorrento
23 Marzo 2024
BASKET, UNDER 19 FEMMINILE. PARTE LA FINALE NAZIONALE PER LO SCUDETTO
24 Marzo 2024
Mostra tutto

Roma: Ottantesimo Anniversario Della Strage Delle Fosse Ardeatine. Ucraina E Gaza Oggi

Di Vittorio Venditti

Effetti Di Passati Entusiasmi

A Cinque e Due Anni Dagli Articoli Gemelli: Cosa Ha Insegnato La Storia?

Bandiera D’Europa

Prima di verificare la differenza tra il presente ed il recente passato in tema che verrà mostrata in basso, oggi è il caso di tornare indietro di ottant’anni per ricordare uno fra i più deleteri effetti di una romanità paventata, in una Roma spaventata: La strage delle Fosse Ardeatine.

La cronaca d’allora racconta che tutto ciò è avvenuto a seguito di un attentato, se visto dalla parte degli occupanti, di un’azione militare, se l’osservazione viene registrata dal fronte di chi era stato soggiogato. Sicuramente la strage di via Rasella è parte della guerra tout court e va presa in questo senso. Di certo, quanto accaduto già qualche ora dopo in quel ventitré marzo millenovecentoquarantaquattro non può venir ascritto alla guerra perché come si può leggere in qualsiasi manuale militare, la rappresaglia non è contemplata come azione guerresca. Di sicuro però, la guerra, unita alla paura che attanaglia i contendenti per le più disparate ragioni, mette in cortocircuito il cervello umano, permettendo che ci si abbassi alle peggiori abiezioni, ad esempio quella di sforare anche sul numero dei morti da sacrificare sull’altare dell’ideologia e del fanatismo, cosa che poi porterà a condanne accessorie inflitte ad ufficiali che sono stati anche troppo zelanti nell’eseguire ordini a loro stessi impartiti.

La romanità sparisce e la paura mista al lecchinaggio che non è cosa solo di questi giorni, arriva a permettere a giornalisti di scrivere a proposito della strage delle Fosse Ardeatine così come segue: “… Il comando tedesco ha perciò ordinato che per ogni tedesco ammazzato, dieci criminali comunisti badogliani siano fucilati. Quest’ordine è già stato eseguito.”, (il Messaggero di Roma, 25 marzo 1944).

Allora accadde quanto descritto per sommi capi da chi, a suo tempo, è andato a visitare i luoghi dove si è consumata quella carneficina, rimanendo colpito e completamente agghiacciato dal clima che si respira tutt’oggi là dove nel silenzio assordante che la storia impone, sembra di sentire ancora l’odore del sangue di quelle vittime che hanno avuta la sola colpa di essersi trovate sulla strada di altri che sapendo che di lì a poco sarebbero stati scacciati da ciò che avevano occupato, con la paura addosso e l’esser cinico di chi vorrebbe allontanare il più possibile il momento della sconfitta, hanno agito come la storia stessa ha indelebilmente scritto.

Chi scrive non ama le commemorazioni, soprattutto perché l’uomo ha la guerra insita nel suo animo e ricordare un’azione di morte, sembra quasi una presa in giro per le vittime di quell’episodio, atteso che a seguire, di fatti simili, ne siano stati commessi a iosa e non solo in riferimento all’occupazione di Roma o alla seconda guerra mondiale in genere. Ripensare però a quei momenti, tenendo soprattutto in conto la vigliaccheria di certi “uomini” passati per questo alla storia, fa talmente schifo che per forza di cose tal personale parere va esternato, sperando che ciò non sia solo frutto della riflessione del vostro cronista, ma sia parte dello stato d’animo di chiunque sia in grado di controllare le proprie pulsioni, magari per evitare per il futuro unioni d’Europa’ imposte allora militarmente con l’occupazione fisica ed oggi politicamente mediante la presa di possesso da parte della stessa gente di altre nazioni in nome e per conto dello spred.

Che Sta Succedendo In Questi Giorni A Kiev? E A Gaza City?
Ma Poi: Com’E’ Stata Già ‘Celebrata’ La Presente Giornata A Roma?

Sergio Mattarella

Ah, Già: Oggi E’ Domenica Anche Per Lui