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Gli Stereotipi? Superarli Non Basta. AIPD Li Rovescia. Chi Veniva Accudito, Accudisce

Di Associazione Italiana Persone Down

AIPD

Gli stereotipi? Sono come un film horror: fanno paura e spesso traggono in inganno. E’ il tema e la trama dello spot che l’Associazione Italiana Persone Down lancia oggi, in vista della Giornata mondiale della Sindrome di Down del 21 marzo. In pochi minuti, una piccola storia che con il linguaggio del film horror, dimostra quanto la realtà possa essere diversa da ciò che sembra, deformata dalla lente del pregiudizio. Perché una persona con sindrome di Down spesso può e vuole diventare una risorsa sociale, capace di rispondere a un bisogno. Per esempio, capace di accudire, di prendersi cura addirittura di un bebè. E’ questa capacità che lo spot vuole mostrare: una capacità di cui la società pare non rendersi conto. Come emerso dall’indagine svolta da AIPD poco più di un anno fa, quasi il 45% degli over 45 con sindrome di Down ‘non fa nulla e sta a casa’ perché sul territorio mancano servizi e risorse adeguati. Una carenza che a sua volta è frutto del peggiore degli stereotipi: quello che considera le persone con sindrome di Down eterni bambini, mai adulti che in quanto tali hanno bisogno di contesti in cui esprimere le proprie capacità.

locandina GM2024

“Come associazione, sappiamo quanto questo sia profondamente falso e ingiusto: gli uomini e le donne con sindrome di Down possono, devono e vogliono diventare indipendenti e trovano gratificazione e soddisfazione nel rendersi utili agli altri – afferma il presidente nazionale di AIPD Gianfranco Salbini -. È nostro compito metterli nelle condizioni di poterlo fare, sostenendoli attraverso percorsi d’educazione all’autonomia, alla vita indipendente, alla vita sentimentale e dando loro fiducia perché possano dimostrare ciò di cui sono capaci”. E’ questa un’esigenza profondamente sentita anche dalle famiglie: nella stessa indagine AIPD/Censis, il 53,3% dei caregiver intervistati ritiene che “la cosa più importante che dovrebbe fare la società per le persone con sindrome di Down sia promuoverne l’autonomia e l’inserimento sociale e lavorativo. Oggi ribaltiamo gli stereotipi radicati nella società. L’immaginario collettivo ha spesso associate le persone con sindrome di Down alla dipendenza e alla necessità di ricevere servizi e diritti. Tuttavia, con gioia e determinazione, oggi presentiamo un cortometraggio che sfida queste percezioni limitanti. I pregiudizi possono essere abbattuti. Con chiarezza si mostra che le persone con sindrome di Down non solo possono autogestirsi, ma anche prendersi cura degli altri. Questo cortometraggio è un’opportunità straordinaria per educare, ispirare e promuovere un cambiamento culturale positivo e necessario. Grazie a tutti coloro che hanno contribuito a realizzare questo straordinario progetto. Insieme, possiamo e faremo la differenza”, conclude Salbini.

Nello spot di AIPD, recita Moira Oliverio, alla sua seconda esperienza davanti alla cinepresa. La giovane donna con sindrome di Down era infatti già presente nel docufilm di Christian Angeli “Come una vera coppia”, accanto al fidanzato Emanuele Raffaelli. Una storia vera, in quel caso: la loro storia d’amore che il regista aveva ascoltata e raccontata insieme a quella di altre quattro coppie con sindrome di Down. In questo caso, invece, Moira veste i panni di una premurosa vicina di casa che si rivela un prezioso aiuto nel momento del bisogno. La regia dello spot è di Daniele Castignani (AIPD) e di Matteo Quarta (Halibut Film). Accanto a Moira Oliverio, l’attrice Tullia Majorana.