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La Pelle Del Sabato Sera

Di Vittorio Venditti

Quando Il Troppo Stroppia

Ecco un caso nel quale chi si ubriaca non dovrebbe circolare.
Mentre infatti alcuni, qualche ora prima (per fortuna a spese loro, quindi legittimamente) avevano elevata l’anima a Dio, lasciando i problemi terreni sulla terra per l’appunto, mentre altri, freschi di bocciatura per il loro operato, cercavano di porre rimedio ad una situazione che giorno per giorno stava diventando sempre più inutilmente pesante, mentre in campo nazionale si registrava con soddisfazione la rielezione di uno stanco Re Giorgio, a Gambatesa si consumava il frutto partorito dal menefreghismo generale, cosa che in un paese come quello appena nominato, dove i giovani si contano sulla punta delle dita di una mano, fa davvero impressione.

I fatti:

Come sai, da noi il sabato sera è generalmente consacrato al bar, unico luogo d’aggregazione per i pochi giovani rimasti.
E’ dunque cosa normale, (non certo da oggi), che si arrivi ad alzare il gomito per poi generalmente finirla con l’andare a dormire per risvegliarsi il giorno dopo più intontiti che mai.
Sai anche che, alla faccia del benpensante e puritano di turno, a Gambatesa da una quarantina d’anni c’è droga, così come accade in tutto il “vergine Molise” e che questa venga consumata in barba ad ogni Legge che ne dovrebbe vietare la circolazione.

Da qualche tempo il giocattolo si è rotto:
Da qualche tempo, il corto circuito dato dal consumo di alcool, per alcuni misto ad altre sostanze, sta provocando disordini che poi alla maggior parte di noi danno fastidio, rovinandoci una serata partita con i migliori auspici.

L’altra sera per l’appunto, la solita nostra squadretta è stata, suo malgrado, al centro di questi disordini.
Era ormai giunta l’ora di chiusura dei locali che ci avevano ospitato, facendo il loro lavoro e ricevendone il legittimo guadagno, quando i soliti noti, cercavano di entrare nel bar dei fratelli Leonardi (cafter), bar dal quale, per l’appunto, noi stavamo uscendo.
Salvatore cafter, con la sua proverbiale flemma, diceva che il locale stava chiudendo e di rimando i Nostri, padroni del mondo a causa dell’assunzione di qualche sostanza che non si può definire propriamente lecita, continuavano a schiamazzare.
Il gioco non poteva durare a lungo, così a qualcuno di questi è venuta la bella idea di impossessarsi del primo oggetto che veniva loro a tiro per portarlo fuori dal bar e gettarlo con sfregio in uno dei cestini posti ai margini della villa.

Io, Totore e Donato, assistevamo attoniti a quanto accadeva, decidendo immediatamente di recuperare il portatovaglioli che i “bravi” avevano da poco gettato fra l’immondizia per restituirlo a Salvatore che nel frattempo, giustamente arrabbiato aveva chiusi i battenti del proprio esercizio.
La cosa non è passata inosservata ai giovinastri che avevano provocato il danno, tanto che uno di loro, il più esagitato e “fatto” secondo me di cocaina, aveva cercato di avvicinarsi a noi con aria minacciosa:
“Ma chi vi credete di essere!” e rivolto a me: “Tu puoi anche scrivere su internet, tanto non mi fai nessuna paura!”.
Stando ai fatti, sarebbe venuto naturale prendere quell’essere che non era in sé a sganassoni, facendo in modo che il Nostro rinsalisse; siccome però siamo in Italia, compiere un’azione del genere ci avrebbe visti impegnati a lungo, atteso che poi, il medesimo trattamento, avremmo dovuto riservarlo a chi, richiamato dalla baldoria, anziché comprendere la situazione e risolvere il problema come speriamo avverrà nei prossimi giorni, ci avrebbe trasferiti tutti in caserma, colpevoli ed innocenti insieme.

A margine devo aggiungere che ieri mattina, poco dopo le undici, unitamente a Totore abbiamo restituito il portatovaglioli che i teppistelli dell’altra sera avevano buttato nel cestino della villa, ad un Salvatore che con aria rassegnata ci ha semplicemente detto che non sapeva come agire.
Ieri sera poi, verso le sette, lo Stesso barista, trovandosi di fronte ad uno dei ragazzi che l’altra sera non erano vigili, apostrofava costui, il quale, essendo ai margini dell’episodio, giustamente protestava invitando il barista a prendersela con il vero responsabile dell’azione sopra descritta.

Ma perché tanto scrivere?
Perché a scrivere è proprio chi si vanta di presiedere un partito goliardico che si rifà proprio all’arte dell’ubriacarsi?
Insomma: Da quale pulpito viene la predica?

Come detto più volte, io non sono un santo, i miei amici nemmeno e quindi noi siamo coloro che meno hanno il diritto di giudicare il Prossimo, ubriaco o drogato che sia; resta però da dire che alle legittime difficoltà delle forze dell’ordine che possono non riuscire ad avere ragione di questi soliti noti, (gente che poi, lo ricordo a me stesso, compie atti vandalici e resta impunita), va sommata l’illegittima e colpevole difesa che i parenti di questi stupidi impongono, quando qualcuno fa notare loro il comportamento di cotanta discendenza, parenti magari impegnati l’altra sera ad elevare l’anima a Dio, o facenti parte di coloro che stanno tentando di porre rimedio a quella situazione di stato di polizia, divenuta via via più pesante per tutta la collettività gambatesana o, più verosimilmente nascosti dietro l’alibi che si riassume nella frase: “Che devo fare oltre a lavorare dalla mattina alla sera? Io faccio sacrifici!”, Sì, per poi viziare il tuo rampollo che non sa cosa significhi lavorare o cosa voglia dire alzarsi presto per rispettare gli impegni imposti dalla Vita, aggiungo io.
La complicità di questi genitori che camminano con i paraocchi e giustificano il modo di vivere dei propri figli, può venire riassunta in un episodio che, accaduto diversi anni fa, chiarisce che certe forme di educazione impartita, sono le più sbagliate.
Accadde che dopo la festa relativa alla prima comunione che uno di questi baldi giovani aveva assunta, il Nostro, anziché essere felice per il risultato spirituale raggiunto, si vantasse del fatto che per effetto della festa imponente che era seguita a tal Sacramento, egli aveva ricevuti in regalo dieci telefonini, quando il prezzo di un oggetto del genere, si aggirava attorno al milione di lire.

Di chi è allora la colpa di tutto questo scempio che oggi si risolve con atti come quello sopra esposto?

La colpa, come fosse virtù sta nel mezzo e riguarda tutti noi, indistintamente tutti, ognuno per la sua parte.
Resta però il fatto inequivocabile che c’è chi, questa colpa, la trascura e ne fa spesso un problema per gli altri.
Se infatti questi giovanotti da qualche settimana imperversano in Gambatesa con questo modus operandi, la cosa crea problemi a chi, magari ubriacandosi, vuole solo stare in pace e vivere con tranquillità la sua ubriachezza non molesta.
Insomma: il sabato sera a Gambatesa si esce tranquilli e non si sa se si rientra in casa o si passerà la notte in caserma; la cosa potrebbe anche andar bene, sempre che non si arrivi a perdere la pazienza e si passi alle vie di fatto come stava per accadere sabato scorso, divertendosi poi a bersagliare anche le forze dell’ordine che interverrebbero all’italiana.
D’altra parte, a Gambatesa sono noti gli spostamenti e l’andirivieni di “strane” automobili, a determinati orari, orari conosciuti da tutti, “Il Segreto Di Pulcinella” in primis, traffici che dovrebbero essere più che noti anche ai locali carabinieri, per cui, in assenza dell’auspicato ripristino dell’Ordine, chi riceve la rottura di zebedèi, dopo aver reagito a tale imposizione, nulla ha più da perdere, quindi, con sommo godimento, agisce anche contro chi, magari senza comprendere il problema alla radice, pensa di risolvere tutto, facendo tabula rasa, senza pensare che potrebbe far parte egli stesso di quella tabula.

Personalmente non intendo far nulla per recedere da questo mio comportamento, (intendo dire che se mi va di ubriacarmi a mie spese l’ho fatto, lo faccio e lo continuerò a fare liberamente), atteso che non chieda niente a nessuno, men che meno a chi, per altri interessi, poi cerchi di veicolare lo stato di noi che vogliamo vivere in questo modo; chiedo però, in virtù del fatto che pago le tasse, che si ponga rimedio una volta e per tutte a questo strano modo di vedere il sabato sera, proprio nel rispetto della tranquillità che ognuno di noi ha il diritto di avere, possibilmente con misure che siano altamente repressive per chi delinque, non, come avviene di solito, contro tutta la cittadinanza.

Da dire infine che ieri mattina, della cosa ho parlato anche con il Sindaco, il quale mi ha detto che avrebbe presi i dovuti provvedimenti, nonostante il fatto che le forze dell’ordine abbiano difficoltà nell’agire contro questi delinquenti di quart’ordine, nonostante il fatto che alla fine risulti difficile arrestare questo modo di comportarsi, proprio per effetto delle Leggi oggi in vigore.

Per quanto mi riguarda, come già detto e detto più volte, sarebbe sufficiente colpire i genitori di questo paio di scemi con la sc di scimmia, visto che costoro sono i primi difensori dell’operato dei loro figli.

RIPETO:
Io non sono, ne sono stato un Santo, quindi dovrei essere il primo a star zitto.

Va detto però,che ad ogni azione va posto un limite ed io quel limite me lo sono posto più volte, evitando, per l’appunto, di far ricadere le mie colpe sui miei genitori, riconoscendo dunque che io dovevo calmarmi; ora quest’atteggiamento dovrà essere imposto ai giovanotti che hanno scambiato il sabato sera per la loro valvola di sfogo; senza far loro del male, ma facendo capire a questi che ogni pazienza ha un limite e loro, questo limite, lo hanno abbondantemente superato.

Il primo banco di prova?
Dopodomani, mercoledì 24 aprile: vigilia del compleanno di Guglielmo Marconi!

Cambierà qualcosa?