Di Vinicio D’Ambrosio
No, egregio presidente Roberti. Dopo il servizio di Milena Gabanelli (“Il Molise torna in Abruzzo? L’autonomia è fallita”, Corriere della Sera, 11 marzo) non mi sento per niente offeso come molisano. Se si è offeso lei, lasci stare Le Figaro che parla di tutt’altro e provi a contestare i contenuti dell’articolo della Gabanelli. Ma nel merito, con riferimenti precisi ai servizi essenziali, alla sanità, ai trasporti, alle infrastrutture. Non con i proclami, i richiami all’identità, la fratellanza e l’attaccamento al Molise.
Che il Molise sia bello, come dice Le Figaro, lo sappiamo tutti e non è certo merito suo. I molisani vogliono un Molise che funzioni. Ciò che scrive la Gabanelli è vero e i cittadini molisani lo sanno, lo vivono tutti i giorni sulla propria pelle, quando devono andare in ospedale o quando devono prendere il treno.
Il punto è che i primi a tradire l’opera dei padri fondatori che lei è andato a scomodare, sono stati gli amministratori molisani. Soprattutto quelli della Regione Molise. Milena Gabanelli conosce bene il Molise e lo ha dimostrato in numerosi servizi televisivi. Spieghi a lei i miliardi di euro sprecati per Sanità, Articolo 15, Zuccherificio del Molise, Sam/Arena/Solagrital/Gam, Termoli Jet. Sono solo alcuni esempi.
A lei, presidente Roberti, il compito di dimostrare che tutte quelle risorse sono state ben utilizzate. Milena Gabanelli le ha proposta un’interessante chiave di lettura: in Molise “ogni amministratore controlla 97 votanti effettivi”. Sulle ragioni di sopravvivenza di questa Regione i conti sono presto fatti. Il Molise è la regione a statuto ordinario con il minor numero di abitanti per consigliere regionale: meno di 15 mila, contro i 42.787 dell’Abruzzo, i 108.555 del Lazio, i 112.943 della Campania e i 79.315 della Puglia, per citare solo le regioni confinanti.
Egregio presidente, l’ho invitata alla presentazione del mio libro “LA GIUSTIZIA IN ITALIA. IL SISTEMA MOLISE”. Non ha nemmeno risposto all’invito ed è un peccato. Avrebbe potuto aiutarci a capire, dal suo privilegiato punto d’osservazione, quanto pesano sul “Sistema Molise” le lentezze e le inefficienze della giustizia e che uso migliore si sarebbe potuto fare delle decine e decine di milioni di euro sprecati per indagini e processi che non hanno portato a nulla. “Zero assoluto”, per citare il titolo del capitolo del libro in cui si parla dell’esito dei vari processi.
Non un parlamentare, non un consigliere regionale, non un avvocato, non un giornalista, né tantomeno lei, si è mai posto il problema.
A parte l’inevitabile calo della popolazione, a parte il fatto che fra trent’anni non ci sarà più un solo studente, non è difficile comprendere perché la scomparsa della Regione Molise è l’inevitabile punto d’arrivo.
Le auguro comunque buon lavoro per il faticoso compito che si è proposto: «la risoluzione delle problematiche esistenti, facendolo con spirito di servizio e sacrificio, mossi dall’amore per il nostro territorio».