Comunicato Del Consiglio Pastorale Della Parrocchia Santa Maria Degli Angeli Di Rotello
Nelle pieghe della provincia, dove le comunità si stringono in un abbraccio fraterno, si è svolto un episodio che seppur velato, denota un’ombra sulla fluidità delle relazioni educative positive. A Rotello, durante le solenni celebrazioni delle Sacre Quarantore, il parroco don Marco Colonna ha mossi i fili dell’incontro sociale invitando le suore missionarie del Cenacolo a condurre una missione popolare. L’intento nobile era quello di illuminare gli animi dei piccoli, ma il velo di impedimenti si è frapposto tra i desideri dei fanciulli e la realizzazione di un’esperienza che avrebbe potuto arricchire il loro percorso formativo.
Nel tessuto organizzativo di questa missione, era stata tracciata la strada verso una visita presso la scuola locale. Tuttavia, un errore nell’indirizzo e-mail, rinvenuto sui siti istituzionali, ha condotto le suore missionarie in un vicolo cieco. L’aspettativa vibrante dei bambini, alimentata dalla prospettiva di un incontro così speciale, è stata infranta dall’ineluttabile negazione d’accesso alle sacre mura dell’istituzione educativa. È una piaga amara constatare che nonostante l’ardente desiderio di arricchire le menti giovani, le rigide regole amministrative si siano frapposte come guardiani intransigenti all’ingresso.
La delusione dipinta sui volti infantili è divenuta una ferita invisibile, ma indelebile, nell’animo del parroco che con umiltà e sconforto ha tentato di placare gli animi dei genitori presenti. Egli, con riverenza, ha implorato perdono per l’inaspettata beffa del destino, invitandoli a partecipare all’incontro pomeridiano come palliativo a quello sospirato della mattina. In quel momento di condivisione, tra le mura consacrate, si sono levate voci di interrogativo e indignazione, chiedendosi come sia possibile concedere ad altri parroci delle vicine comunità l’agognato accesso alla comunità di Rotello, mentre si chiudono le porte a chi con amore e dedizione si dedica all’edificazione dei propri giovani?
L’amarezza del parroco, profondamente radicata nell’ingiustizia più volte subita, si riverbera come eco doloroso in tutto il tessuto sociale di Rotello. Laddove si dovrebbe tessere un filo di collaborazione e solidarietà, si inciampa su barriere burocratiche che soffocano i sogni dei più piccoli e offuscano la luce dell’educazione. È un monito che si eleva dalle profondità di questa comunità, affinché le regole, anziché diventare catene, possano essere strumenti di crescita e prosperità per tutti coloro che nutrono speranza nel cuore.
Niente ha potuto scalfire la corazza del diniego forse anche immotivato e ingiusto per una scuola di ridottissime dimensioni. Il parroco, nel suo tentativo disperato di far valere la voce della giustizia e della compassione, si è rivolto al rispettabile Sindaco Massimo Marmorini, confidando nella sua autorevolezza e sensibilità verso le esigenze della piccola comunità. Tuttavia, anche l’intervento del capo municipale è stato respinto con la stessa fermezza con cui sono state negate le speranze dei bambini di Rotello.
È un’onta che si addensa come nebbia densa sul paesaggio della solidarietà umana, quando le istituzioni, invece di essere faro di giustizia e sostegno, si trasformano in muri invalicabili di burocrazia e indifferenza. Il parroco, pur avendo battuto a tutte le porte dell’autorità, ha dovuto piegarsi all’amara constatazione che la voce del popolo, anche quando sostenuta dall’autorità, può essere soffocata dal silenzio di chi detiene il potere decisionale.
Così, nel silenzio opprimente di un rifiuto irrevocabile, si disperde il richiamo alla solidarietà e alla crescita spirituale dei più giovani. È una lezione amara che si insinua tra le pieghe di questa piccola comunità, ricordando a tutti che laddove il cuore umano cerca d’elevarsi, le catene della rigidità burocratica possono ancora trascinarlo giù nell’oscurità dell’indifferenza.
La speranza ora risiede nel risveglio delle coscienze, nell’affermazione di una volontà collettiva che non accetti il destino di essere relegata nell’ombra dell’oblio. Che quest’episodio non sia solo una ferita aperta, ma un catalizzatore per un risveglio sociale, un’occasione per riaffermare il valore dell’umanità e della compassione nelle nostre istituzioni e nella nostra comunità. Che possa essere il seme di un cambiamento, in cui le regole siano non solo strumenti di ordine, ma pilastri di un mondo in cui tutti possano trovare spazio e dignità.