Di Vittorio Venditti
(Foto), Di Salvatore Di Maria
Questa Volta: Tutto All’Italiana… O No?
Come anticipato, l’altra sera per onorare il nostro ormai abituale modo di passare il sabato, nel rispetto della tradizione gambatesana che vuole che in questo periodo, Pasqua o non Pasqua, si vada per le campagne a cogliere gli asparagi selvatici, (oppure, come fa una certa ladra del paesello, quelli coltivati nei terreni altrui), ci siamo attrezzati come ti mostrerò di seguito, passando così una bella serata, alla faccia di chi ha voglia di combattere con lo stress.
I Fatti:
Era il primo pomeriggio di sabato per l’appunto, quando Lay, di fronte al solito aperitivo, propone alla squadra di organizzarci per una cena che doveva vedere protagonista proprio il frutto della terra del quale ho detto sopra: L’asparago selvatico, mangiato nel modo più classico, la frittata.
Era necessario procurarceli, per cui Lay ed Enzo, (Donato aveva promesso di partecipare ma non si è poi presentato all’appuntamento), verso le cinque pomeridiane, armati di buona volontà, si sono recati in campagna per trovare quanto era necessario.
Fatto un bel mazzo, i Nostri sono tornati in paese e si è incominciato ad organizzare il tutto, facendo base presso il bar di Cafter, e disponendo i compiti per gli acquisti, andando nei vari negozi per procurarci il materiale accessorio.
Infatti, non volendo mangiare solo la frittata, Lay ha pensato bene di rivolgersi a Pasquale Di Mauro per acquistare un pollo che poi si è dimostrato ottima aggiunta ad una cena che già si preannunciava ottimamente riuscita.
Verso le otto il via alle danze.
La squadra composta da me, Totore, Enzo, Donato e Lay, come fosse un battaglione motorizzato, (avevamo la macchina di Lay ed il motorino di Donato), si è spostata per acquartierarsi a casa di Lay, dove Maria e Timea erano già in attesa del battaglione di guastatori.
Giunti alla base operativa, ad ognuno il suo compito.
Si dovevano pulire prima di tutto gli asparagi dalle parti non commestibili; risultato: Gli asparagi raccolti da Lay ed Enzo, (circa un chilo e mezzo), puliti da ciò che non serviva, hanno portato il peso effettivo del commestibile a circa un chilo,
A ciò, (per poter fare la frittata non possono mancare le uova), sono state aggiunte ventidue uova di gallina, la maggior parte delle quali, di gallina nostrana.
Nel frattempo, e non poteva non essere così in presenza di componenti della c G Pelle, in attesa di mangiare, avendo pulito il pollo che poi avremmo gustato dopo averlo cotto al forno, noi maschi abbiamo onorate le bottiglie di birra Forst che avevamo portate come munizioni al nostro seguito; questo fatto ci ha costretti a sbroccare, col risultato che vedi nella foto appena mostrata, foto scattata per far dispetto agli animalisti che rompono periodicamente gli zebedèi, scrivendo messaggi a quest’inutile sito, messaggi che non verranno mai pubblicati, a meno di non trovare in questi scritti l’occasione per deridere tali seguaci di quella stupida filosofia.
Lo scherzo e lo scherno per certo modo di pensare, è andato avanti per parecchio; nel frattempo Totore e Maria, ultimando la preparazione della frittata, ce l’hanno mostrata in tutto il suo splendore e poi ce l’hanno servita, finalmente per delibarne il risultato.
Stessa cosa, a seguire, per il pollo decapitato, cotto al forno con l’aggiunta di birra, utilmente consumata per rendere quella carne ancora più gustosa.
Insomma: un’altra serata che, iniziata bene, è finita meglio.
Infatti, dopo aver mangiato e bevuto, (dopo la birra, un vino acquistato da Donato, vino che faceva a dir poco schifo, tanto da costringermi a ripetere più volte al Nostro: ‘N ce ji chiù, a comprarne, s’intende!), il padrone di casa, per chiudere in bellezza, ci ha offerto un caffè sport romeno che era più buono del Borghetti.
Nel discutere fra noi è stranamente venuto fuori un discorso, secondo il quale dopo aver mangiati gli asparagi, almeno per le tre, quattro ore successive, sarebbe stato conveniente fare i propri bisogni personali, tenendo conto del fatto che l’odore forte che nel frattempo si fosse sprigionato, non era dovuto ad un’azione nucleare proposta dalla Corea del nord, ma più semplicemente ad uno degli effetti collaterali, provocati dall’assunzione degli asparagi.
Detto ciò, da quei pazzi che siamo, non abbiamo potuto far altro che generare un dispetto da perpetrare ai fratelli Cafter: Chiudere la serata andando presso il loro bar e nel frattempo, sia pur consumando, essere ostinati nel voler usufruire dei locali servizi igienici.
• Salutato dunque Lay, (Maria lo ha arrestato, vietandogli categoricamente di seguirci nell’Impresa), noi quattro restanti ci siamo rimessi in marcia, destinazione Cafter, per compiere la missione, il cui risultato è stato, se vogliamo, peggiore delle più rosee aspettative.
• Il divertimento però è stato totale e la serata è scivolata in men che non si dica.
Ecco dunque un’altra Pelle ben composta e ben riuscita, senza disturbare più di tanto il Prossimo e soprattutto senza dar fastidio al resto dei gambatesani che giustamente hanno avuto il diritto di vivere il loro sabato in piena libertà e senza problemi.
Dal canto nostro, ottenendo lo stesso risultato in termini di aspettative di vita sociale, possiamo dire di aver vissuto ancora una volta bene e con poche spese, un sabato normale e nello stesso tempo diverso, se per diverso s’intende il dover sballare per forza, spendendo molto danaro e magari trovandoci in condizioni di rimetterci la vita.
Noi abbiamo speso poco, siamo vivi, e soprattutto siamo soddisfatti della riuscita della serata, alla faccia di disfattisti. Moralisti e gente che con le disgrazie che accompagnano normalmente il sabato sera, ci hanno messo su un commercetto davvero invidiabile, se si pensi al ritorno economico da questo portato.
Ma per carità! Non si parli di quest’argomento!