Di Vittorio Venditti
Sarà Questo, Uno Dei Motivi Che Ne Frenano Lo Sviluppo?
Ho farneticato tante volte sul fatto che se ti trovi in un bar di Gambatesa e chiedi di poter bere una birra particolare, ti viene risposto che non ne hanno perché “non si vende”, come se la merce si potesse vendere in maniera virtuale senza compiere il reato di truffa.
Così accade, se ad esempio ti trovi in altri esercizi commerciali, quei pochi che hanno ancora il coraggio di restare aperti in un luogo che in molti aiutano, giorno per giorno, a morire.
E’ questo, solo un esempio delle storture con le quali il commercio del paesello e non solo, pretenderebbe di uscire dalla cosiddetta crisi, addossando il mancato raggiungimento di questo obbiettivo alla politica, sport tutto italiano, come detto qualche farneticazione fa, esportato già a livello europeo con ottimi profitti.
Il clou però, è stato raggiunto ieri mattina presso l’hotel Intercontinental, nome altisonante posto ad uno stabile sito sulla SS 645, proprio sotto gambatesa, proprio là dove si dice che passi la Via Francigena, luogo presso il quale è sito anche un distributore Esso, appartenente alla stessa tenuta.
I Fatti:
come accade di solito, verso le sette e trenta mi stavo recando a lavorare, quando mi squilla il telefonino, con l’inconfondibile motivo, (Allor si scem), messo a suoneria sul numero di Luciano Cirucci, direttore della Cantina Valtappino.
Il Nostro, mi stava chiamando per i soliti convenevoli, dovuti alla riuscita del lancio della notizia del premio che suddetta cantina ha ricevuto nei giorni scorsi in relazione a Vinitaly 2012, in particolare per quanto scritto da Stefano Venditti su “Il nuovo Molise”, proprio di ieri.
Dov’è il problema?
Discutendo del più e del meno, l’altra sera, a me e Luciano è venuta l’idea di far acquistare dalla Cantina, una ventina di copie del giornale in questione, da offrire in omaggio, principalmente ai clienti importanti che vivono fuori regione, ma anche a chi ieri, e comunque fino ad esaurimento scorta, si sarebbe recato in cantina per i normali acquisti, ciò, come simpatico ricordo dell’evento.
Ecco l’inghippo:
Ieri mattina per l’appunto, dopo aver letto lo scritto di Stefano, Luciano decide di acquistare i giornali e ne chiede presso l’Intercontinental, che evidentemente vende anche quest’articolo.
La risposta:
“Abbiamo una sola copia”.
Alla faccia del finanziamento statale e regionale all’editoria!
Ma come: Se il giornale viene pagato dall’edicolante a copie vendute e le copie avanzate vengono addossate a Pantalone, perché a Gambatesa chi gestisce le rivendite di giornali prende una, massimo due copie?
Come si deve fare per poter avere la libertà di acquistare a piacimento un giornale, sapendo della quasi probabilità di non trovarlo in edicola?
Tornando al generale, insisto col dire che il sottosviluppo di questo paese è visibile in tante forme e tante azioni.
Facendo un inciso a proposito della notizia della prossima apertura del circolo anziani patrocinato dal municipio di Gambatesa, sempre giovedì pomeriggio, presso il bar Tràsce e Jsce, mi sono sentito chiedere da Vittorio Iacovelli (Z’ngarell), uomo di quarantatré anni, non vecchio matusalemme, se il sindaco potesse permettersi di compiere un’azione del genere con questa frase: “E u po’ fa?”, come se mettere a disposizione dei cittadini qualcosa di loro proprietà fosse un reato.
Potrei tornare su altri fatti, già fritti e rifritti da quest’inutile sito, fatti che servono da pezze d’appoggio ai “furbetti del paesino” che con tali mattoni si costruiscono quel potere che evidentemente con lo scrivere di noi pazzi viene scalfito e sgretolato, ma riconosco che riproporteli, oltre a tediarti, offenderebbe la tua intelligenza, per cui mi fermo a queste poche considerazioni espettorando il mio grido di dolore per il fatto che, nonostante ogni spinta, nonostante qualche mosca bianca cerchi di fare impresa seriamente, a Gambatesa impera la voglia di piangere e chiedere l’elemosina al politico di turno che, (a questo punto legittimamente), ascoltate le lamentele ed acquisiti i voti con false promesse, considerando i gambatesani dei fessi, li saluta e li ringrazia e poi fa i suoi porci comodi, sapendo bene che più che piangere, a Gambatesa non si sa fare
O meglio, si sa fare anche un’altra cosa: DORMIRE SUGLI ALLORI!
Sì, perché se è vero che il gambatesano medio sappia piangere, è altresì sacrosanto che lo Stesso, spesso sappia anche lavorare e sappia farlo bene senza troppi sforzi!
Il tarlo che però distrugge questa virtù si chiama snobismo e pigrizia consequenziale.
Il gambatesano infatti, per sicumera, supponenza e presunzione, non è spesso in grado di mettersi in discussione; non è spesso capace di rivolgersi al Prossimo e mettere a confronto le sue idee con quelle dell’altro per imparare ed insegnare nello stesso tempo, creando così la condizione primaria per la costituzione dello sviluppo, senz’altro utile alla crescita economica e spirituale di ogni uomo.
A gambatesa, come ho detto in tante occasioni, ognuno di noi crede di essere meglio dell’altro e si mette sul piedistallo perché gli altri lo ammirino, senza pensare che questo modus operandi è la miglior strada per restare indietro, per dirla in modo volgare: come i genitali del cane.
E poi si guarda con invidia ai paesi limitrofi quando questi fanno qualcosa per contare più di noi!
E’ questo ciò che vogliamo?