Di Ouday Ramadan
LA SIRIA E’ LA PORTA DELLA RUSSIA
Lo diceva nel 1762 Sofia Amalia Federica (meglio conosciuta come Caterina II) che la Siria è la porta della Russia. Oggi si parla di divergenze di vedute fra il Presidente Putin ed il suo omologo Assad sul futuro politico della Siria. Non sarò certamente io a negare queste divergenze, ma sicuramente è difficile da smentire che le diverse vedute non guasteranno i rapporti fra i due uomini.
Il Presidente Putin è consapevole che la resistenza siriana è dovuta sopratutto alla tenuta dell’Esercito Arabo siriano. Altresì, lo statista russo ha ben chiaro che il collante di quest’eroico esercito, con tutte le modestie dei suoi mezzi, è il Presidente Siriano Bashar al Assad. Allo stesso modo, chi viene definito ‘con idee’ diverse dalla dirigenza oggi al potere a Damasco’ sa bene che una volta destituito il Presidente, dello stato siriano non resterà neanche l’ombra e questo diverrà un’accozzaglia di territori divisi fra bande predatrici e tagliagole, vedi Afghanistan.
Inoltre, il Presidente Putin è fortemente consapevole del fatto che la Russia non ha più l’influenza politica dei tempi dell’Unione Sovietica. Per di più, a Mosca sanno perfettamente che l’era dei due poli che governavano il mondo è tramontata da molto tempo ed oggi regna lo strapotere delle multinazionali che hanno per intento la distruzione delle nazioni a favore del mercato finanziario globale.
Pertanto, Putin è un uomo realista che non sogna ad occhi aperti e la divergenza di vedute con Assad non guasterà i rapporti fra i due uomini.
Specie se la Russia vorrà mantenere il suo posto al sole.