Di Vittorio Venditti
Politica Espansa: 2a Parte
Continuando sulla falsariga di ieri, con cognizione di causa oggi verrà trattato un tema che sta diventando quasi il biglietto da visita per soggette (definite ‘onorevoli’) che incuranti d’urtare la sensibilità degli eventuali ‘fruitori’ di questo pseudo-servizio, cercano di farsi pubblicare scritti che sottolineano l’impegno di cotante autrici che agiscono presentandosi con uffici stampa inesistenti, in attesa di quel sospirato ‘ringraziamento’ al quale in molti dovrete ottemperare all’inizio del prossimo giugno.
“La Carta Europea della Disabilità è il documento che permette alle persone con disabilità di accedere a beni e servizi, pubblici o privati, gratuitamente o a tariffe agevolate.”, è quanto si può leggere come incipit cliccando questo link. La storia non è stata partorita dall’attuale governo, ma va avanti da tempo e loro malgrado coinvolge tutti i soggetti (più o meno famosi) appartenenti in vario modo a quello che una volta veniva definito arco costituzionale, quindi che nessuno si lamenti se poi chi dovrebbe essere utente di tal ‘malformazione’ la schiva beatamente e ne deride l’operato.
Com’è successo a proposito dell’istituzione del certificato di revisione da conservare con il foglio di circolazione negli auto e motoveicoli dopo aver eliminata quell’altra inutilità costituita dal foglio complementare o certificato di proprietà che dir si voglia, argomento del quale da queste pagine si è trattato lo scorso cinque giugno duemiladiciannove, da qualche tempo si è pensato che chi ha la costrizione di convivere con uno o più deficit, oltre al certificato che ne attesta la presenza ed il documento che funge da verifica dei diritti acquisiti ai sensi della legge 5 febbraio 1992, n.104, (e qui già c’è da bestemmiare in cinese per ogni momento nel quale si combatte per ottenerne il rilascio ed evitare gli eventuali controlli per verificare se quanto dichiarato corrisponda al vero pur essendo in presenza di chi patisce qualcosa d’irreversibile, cosa vissuta in questi ultimi giorni grottescamente di prima mano), ha il diritto/dovere di avere dietro anche un documento rilasciato dall’inutilità chiamata Europa, scartoffia la cui vera necessità di presenza è data dal dover giustificare in qualche modo enti che fanno della burocrazia la loro stessa essenza di vita, ovviamente il tutto a spese dei contribuenti, siano essi deficitari o no.
Quando si parla dei fruitori di questo documento, in genere li si definisce ‘portatori d’handicap’ o (per far prima) direttamente ‘handicappati’, senza rendersi conto che questo termine andrebbe affibbiato a chi lo pronuncia perché è tal mancanza culturale a dover venir sottolineata. Detto ciò e passando ai fatti, va aggiunto che per ottenere la ‘carta’ in questione, bisogna soddisfare tutta una serie di condizioni, (prima tra tutte quella d’essere in possesso di SPID che è tutt’altro che speed e men che meno gratuito, o di ‘carta d’identità elettronica’ che per venir acquisita va richiesta ed ha un costo che non è giustificabile qualora il vecchio documento di riconoscimento sia ancora nel pieno della sua validità.
Ma quali sono i ‘vantaggi’ derivanti dal compimento di quest’atto schifosamente burocratico? Si otterrà (con tutti i problemi annessi e connessi al caso), tutto ciò che si riceve presentando il certificato d’invalidità. Se poi si volesse scendere in un particolare che fa solo da esempio: si potrà parcheggiare la propria auto nel posto riservato ai deficitari. Sicuro che però lo si troverà non occupato da veicoli appartenenti a soggetti sani, (evidentemente solo in apparenza), solo perché in possesso della carta europea della disabilità?
Chi scrive, avendo ancora con sé un tesserino europeo scaduto da anni (non rinnovato per evitare di sapere su quel documento della presenza della firma di chi dirige attualmente il ‘muinicipio’ di Gambatesa, essere da non considerare autorevole e di conseguenza non utile alla causa) tesserino ‘europeo’ scaduto e per altro anche deteriorato che però non gli ha restituita la perdita del deficit per il quale quel pezzo di plastica è stato rilasciato e spesso viene tralasciato perché non è possibile intascarlo per esporlo sull’auto per la quale si preferisce pagare il parcheggio, chi arriva a delinquere a tal punto, sta accuratamente cercando di non ottenere quell’ulteriore pezzo di plastica (magari riciclata) che non si sa neppure quanto sia ingombrante. Ciò, al di là dell’utilità di tal scartoffia, per evitare di far parte di cotanti utenti che preferiscono farsi prendere in giro da sciacalli che poi vengono a chiedere il ringraziamento per un servizio che dà prestazioni gratuite o da remunerare in parte, salvo poi dover onorare dieci volte quel valore con danari e soprattutto mediante l’offesa della dignità personale che è molto più preziosa dell’esenzione dal pagamento del parcheggio , sempre che come già asserito, sia possibile trovare libero il posto tanto ‘ambito’.
Meditate, Gente. Meditate!