Di Cesare Scalabrino
Il dettato del Decreto legislativo 231 del 2001 in materia d’illeciti commessi dalle aziende è stato al centro dell’incontro formativo tenutosi nei giorni scorsi nella sala conferenze di Coldiretti Molise a Campobasso. A svolgere la relazione l’avvocato Piera Silvestri, presidente dell’Organismo di vigilanza di Impresa Verde Molise, la società di servizi di Coldiretti Molise. L’incontro ha interessato l’intero Sistema in cui si struttura l’Organizzazione che ha così avuto modo d’approfondire la materia.
Il Decreto, è stato sottolineato nel corso dei lavori, ha introdotto un cambio significativo nel panorama legale italiano, ponendo l’obiettivo di prevenire e reprimere eventuali comportamenti illeciti da parte di dipendenti d’aziende, enti e associazioni, agevolando nel contempo la diffusione di una cultura della legalità e trasparenza, che è da sempre patrimonio della Coldiretti.
“Pur concentrandosi sulla responsabilità delle persone giuridiche per reati commessi dai loro rappresentanti o dipendenti, nell’interesse o a vantaggio della struttura – ha spiegato la Silvestri -, il Decreto non sostituisce la responsabilità individuale dei singoli autori dei reati”. Di qui la necessità degli enti o associazioni di munirsi, come fatto da Impresa Verde Molise, di un Organismo di Vigilanza che metta in campo adeguati sistemi di controllo volti a prevenire la commissione di reati contro i quali sono previste sanzioni che possono arrivare fino all’interdizione o alla sospensione delle attività, oltre a quelle di carattere pecuniario.
“Il continuo aggiornamento dei sistemi di controllo che Impresa Verde Molise mette in campo – ha sottolineato il Direttore regionale di Coldiretti Molise Aniello Ascolese – non serve solo a rispettare la normativa vigente, ma contribuisce anche a creare tra i nostri dipendenti una cultura aziendale improntata sulla legalità, la trasparenza e l’etica, fornendo nel contempo agli imprenditori agricoli e ai cittadini che frequentano i nostri uffici un’ulteriore garanzia sulla correttezza professionale del personale che opera all’interno della nostra Organizzazione”.