Di Vittorio Venditti
Anche La Politica Nostrana, Con Lentezza Si Aggiorna
Se quest’inutile sito si può permettere il lusso di parlare e sparlare a suo piacimento e con i tempi che ritiene più giusti per le proprie azioni, (noi produciamo solo chiacchiere e lo facciamo con cognizione di causa, senza per questo spacciarle per qualcosa di utile come fanno altri), ciò non vale per la politica, se per questa s’intende il mettersi a servizio dei cittadini che hanno eletti i politici a propri rappresentanti.
Perché tratterò solo oggi dell’argomento presente nella [download id=”311″ format=”2″] Già da più di dieci giorni?
Solo per tentare di capire ed entrare nei panni di chi, per questo suo comportamento, non può essere capito ne accettato.
Il municipio di gambatesa, con questa delibera ci dice in sintesi: “Vediamo se, forse, il nostro paesello potrà risparmiare durante la vita della prossima generazione, qualche soldino in più, installando qualcosa che altri, non troppo lontano da noi, già da tempo sfruttano risparmiando non pochi danari, magari da utilizzare per il benessere collettivo”.
Questo Dire può venir estrapolato dal fatto che il documento che ho rimesso all’esame della tua intelligenza, parla di “indirizzo”, quindi non è una delibera effettivamente e direttamente operativa.
Insomma: leggendo questa delibera, un bambino dell’asilo si accorgerebbe senza ombra di dubbio che i nostri amministratori hanno scoperta l’acqua calda e forse il modo per non scottarsi, aggiungendo in quella anche un po’ di acqua fredda.
Perché chi ci governa non attinge direttamente informazioni dagli enti un passo più avanti rispetto alla nostra amministrazione municipale?
Perché, invece di complicarci inutilmente la vita con regole e regolucce, utili solo a nascondere beghe politiche ed a far nascere il sospetto che dietro ci sia “altro”, per una volta, una volta sola, non si arriva direttamente al Dunque, magari risolvendo il problema alla radice e non si fa in modo che si attivi anche quel circolo virtuoso che porterebbe ad un minimo di occupazione, possibilmente per qualche nostro concittadino?
Tu che mi leggi lo so, sei così intelligente da dire fra te e te: “Ma questo stupido, perché una farneticazione del genere la propone solo oggi, quand’è diventata più che obsoleta?”.
Io, nel darti ragione per il fatto che ho pubblicato questo mio farneticare così in ritardo, ti confesso che quanto stai leggendo oggi, l’ho espettorato lo scorso ventisette marzo, in un giorno nel quale, stando in ferie ed avendo mal di testa, ho espressa tutta una serie di farneticazioni estemporanee, in parte già divulgate, in buona parte in attesa di essere poste in libertà, atteso che non contengano fatti di cronaca da espettorare in tempo reale; ho voluto però farmi del male, ritardando questa pubblicazione, proprio per patire gli effetti di una elefantiasi, visibile nel modo di amministrare la Cosa Pubblica, così come avviene a Gambatesa.
Sembrando di uscire dal seminato azzardo a dire che già negli anni scorsi infatti, nonostante la presenza in consiglio di gente come Riccardo D’Antonio, capace nell’uso e nella gestione delle nuove tecnologie, si è cercato di sfruttare lo sfruttabile, come se queste persone fossero da schiavizzare per altri interessi e tornaconti.
Il risultato, sotto gli occhi di tutti, è più che chiaro: Una gestione forzata e forzosa del sito municipale, la mancanza di una vera spinta allo sviluppo di una rete a banda larga, ultramobile, non vetusta come quella che Telecom Italia vorrebbe farci credere di costruire in questo luogo, a loro dire, per la fine di quest’anno o roba del genere.
Da dire a tal proposito che durante la seconda metà degli anni novanta del secolo scorso, quando in tutt’Italia era stato installato il sistema telefonico DTMF ed io protestavo a Gambatesa perché da noi si poteva telefonare solo con la modalità decadica, riuscii a venire in possesso di un’informazione, secondo la quale, prima la SIP, poi l’attuale Telecom Italia, avevano bellamente e letteralmente dimenticato di aggiornare la cabina locale: Sì, se ne erano proprio scordati.
Come credere che ora, di punto in bianco, una società che vive basandosi sul lavoro di gente della quale posso tranquillamente dire che di telefonia ne capisce quanto un pescatore d’altura conosca di sci alpino, possa tenere in considerazione un paese composto da cittadini così snob che probabilmente a tutto stanno pensando, fuorché a farsi reinstallare il telefono di rete fissa?
Dando per corretto che comunque quanto dico potrebbe sembrare fuori tema, torno alla pubblica illuminazione ed aggiungo che coloro che ci gestiscono, vista la “capacità” d’azione insita nelle loro menti, dimenticando che questa nuova tecnologia è già presente nel mondo reale da tempo, hanno provocato non pochi danni e sprechi, oltre a disagi, patiti ad esempio da chi, abitando il centro storico, se con l’amministrazione di Aldo Di Renzo, (anni settanta del secolo che i letterati definiscono “Lungo e breve”), poteva fruire di lampioni utili anche per raccogliere un ago, oggi è costretto a giovarsi di lampadine che sono lì a testimoniare il fatto che per camminare nei vicoli, spesso è necessario avere con sé una torcia, magari di quelle a consumo zero, costituite da due o tre led e da una dinamo attivabile con un dito, dispositivo dal costo di tre euro.
Come detto, le mie sono chiacchiere e tali devono restare, assunto che io non sia fra gli eletti al municipio di questo paese, ne in qualità di consigliere di maggioranza, ne come appartenente all’opposizione dell’attuale amministrazione, sempreché fra le due fazioni si possa notare una differenza.
Sono però un cittadino di Gambatesa a tutti gli effetti, primo fra tutti quello di dover pagare in questo paese le tasse, tasse che poi servono ad elargire gli stipendi a chi gestisce certi servizi vecchi e dispendiosi, così com’è vecchio e dispendioso il lavoro proposto da coloro che per forza siamo costretti a stipendiare mese per mese.
Per questo mi permetto di dire ciò che dico, in barba a chi vorrebbe che non lo facessi, stigmatizzando il lassismo imperante fra gli amministratori che dormono mentre davanti al loro letto passa la Storia e nello stesso tempo, condannando lo snobismo di chi, se a chiacchiere si dice “Pro Gambatesa”, con i fatti sta tentando di costruirsi un effimero potere che non reggerà a lungo, data l’immaturità di questa “gente”.