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Il Ritorno Di Pietro, Un Emigrante D’America

Di Vittorio Venditti

Chiacchierata Con L’Amico “Americano”

Da qualche giorno è rientrato a Gambatesa il mio amico Pietro Abiuso, che tu conosci come nostro corrispondente dall’america.

oggi, visto che ne ho la possibilità, lo intervisto direttamente, chiedendogli innanzitutto che effetto gli ha fatto rientrare per l’ennesima volta nel paese natìo.

– Per l’ennesima volta è poco importante, l’effetto vero, l’ho avuto perché, dal millenovecentosettant’otto, cioè da trentatré anni, non mi facevo una Pasqua a Gambatesa.

L’effetto?

Mi ha fatto veramente un bell’effetto, rivedere gli alberi della mia terra in fiore; di questo, mi ero proprio dimenticato.
Io, anche in America, se pure a New York, vivo in campagna, ma lì, posso vedere solo querce o alberi simili; gli alberi da frutta, o gli olivi, là te li puoi scordare, a meno che non ti fai cinque ore di aereo per vederli in California.

L’effetto l’ho anche dovuto subire, visto che certe particolarità, da giovane non le apprezzi, mentre da adulto ti restano più impresse.
Come si dice: A Rash ‘N ti fa vedé; quando sei nell’abbondanza non valuti a pieno quello che hai a disposizione; e questo, vale ancora di più per chi, come me, ha dovuto lasciare la propria terra. –

E per gli usi e costumi?

– La vera differenza, fra tutto ciò che vedo, oggi meglio che in agosto, è la drastica diminuzione della popolazione residente in maniera stabile.
Mentre in agosto la cosa si nota di meno, (vengono in molti, fra gli emigranti), ora la cosa è veramente tangibile,tanto da notare, ad esempio, che se ti capita di uscire la sera, trovi i bar sconsolatamente vuoti, a partire dal bar del mio amico Salvatore a Ccett.
Comunque, la cosa che sto aspettando con impazienza, è la processione del Venerdì Santo, per vedere se, a distanza di anni, si portano ancora le torce. –

E pasquetta?

– Naturalmente quand’ero più giovane, la pasquetta era fra le feste più attese; certo, oggi l’apprezzo come il resto delle feste religiose, ma ciò non toglie che lunedì prossimo andrò nella valle del fortore, al fiume o al lago, per rivivere i momenti goduti quando consideravo pasquetta più importante di Pasqua.

Tornando nel discorso, oggi sono in attesa di seguire le funzioni religiose, ascoltare la predica di Don Peppino, (che mi manca molto, visto che le prediche ascoltate in inglese non hanno lo stesso effetto), e il fatto di poter scambiare gli auguri di Pasqua con i miei compaesani e la mia famiglia, proprio nel paese in cui sono nato. –

A questo punto la domanda te la devo fare!
Visto che sei ormai pensionato e che sei comunque nel pieno delle forze, non sarà il caso di pensare di fare Pasqua, Natale quindici di agosto ed intero anno, a Gambatesa, magari per sempre?

– Il pensiero c’è e c’è sempre stato, per cui, una volta che i miei figli avranno presa la giusta strada, tutto ciò non è da escludere, visto che anche mia moglie, pur di farmi contento, rientrerebbe volentieri.
Ovviamente quando anche lei sarà nelle condizioni di farlo: da pensionata, non com’è oggi, avendo lì il lavoro.

Chissà, fra tre anni… –