Di Vittorio Venditti
(Foto), Di Salvatore Di Maria E Timea
La Festa Reale
Detto di quanto accaduto a Gambatesa in una normale domenica che tutti dicono di pasqua ma che per me e pare non solo, non è stata molto diversa dalle altre, passiamo a dire del giorno successivo che se può essere considerato diverso da tanti altri giorni nei quali si può fare e si fa una scampagnata fra amici, è solo perché chi lo vive è già satollo dal giorno precedente, alla faccia della crisi e di tutte le chiacchiere che la contornano, civili o religiose che siano, chiacchiere dette da chi vorrebbe farci credere in ciò che con i fatti in foto, risulta essere lontano un miglio dalla Verità dimostrata.
Presi armi e bagagli dunque, ieri mattina, io, Totore, Donato, Lay, Maria, Timea e Nicola, ci siamo acquartierati presso la casa in costruzione di proprietà del nostro amico Enzo, che ci ha accolti con piacere e lì, già prima di mezzogiorno, mentre si preparava il fuoco che avrebbe poi cotto il nostro cibo, abbiamo aperte le “danze” con un aperitivo composto da due bottiglie di birra di provenienza romena, appositamente acquistate nei giorni scorsi da Lay.
Da dire che per mancanza di tempo, (come detto, per me questi sono stati normali giorni di lavoro), non ho ancora aggiornato l’orologio della macchinetta fotografica, per cui l’ora dello scatto risulta solare anziché legale.
Come già detto un paio di farneticazioni fa, i nostri amici romeni hanno voluto portare fra noi la loro tradizione pasquale, e siccome già i nostri cervelli stavano prendendo la strada dell’esilio volontario, a qualcuno è venuta l’idea di cui alla foto appena mostrata.
Da dire che nel frattempo è venuto a trovarci anche Marco, in via di partenza per tornare a Roma, che non siamo riusciti in nessun modo a far desistere dal proprio progetto.
Alle due pomeridiane circa abbiamo incominciato a mangiare con la voracità di chi ha fame solo perché l’orario lo impone, comunque fra scherzi di vario genere
Mentre si preparava l’arrosto, ecco che Timea ha incominciato a giocare con la capretta di Enzo
E noi l’abbiamo immortalata senza pietà per poi prenderla abbondantemente in giro.
Sempre durante la preparazione dell’arrosto, Maria ha preparata una serie di bruschette di vario genere, ottime ma non esenti da deformazioni imposte dall’assenza dei nostri cervelli, tanto da arrivare al punto mostrato in foto.
Così è accaduto anche per i tradizionali casciatelli, dolci e salati, che in barba ad ogni regolamento, abbiamo incominciato a mangiare a metà pasto, considerando che nello stomaco, prima o poi, comunque si sarebbero mischiati agli altri cibi che a quel momento tardavano a venire.
Erano le tre e mezza, quando arriva fra noi il Principe che, non volendo restare a mangiare con la combriccola, non ha però disdegnato di giocare con la Piccola di casa come puoi vedere.
Fra una porzione di arrosto e l’altra, non poteva mancare il contorno, composto da insalata e cetrioli, trattati nel modo che vedi da alcuni di noi.
Ovviamente non potevamo restare chiusi in casa, nonostante il tempo incominciasse a minacciare pioggia, per cui, stando fuori, mentre il fuoco faceva il proprio dovere arrostendo qualsiasi animale ci capitasse a tiro, Timea si divertiva a fingersi centaura, cercando di capirci qualcosa con il motorino di Donato, quel motorino che non so bene come abbia fatto a tornare intero con il proprietario indenne, dopo la quantità industriale di vino e birra da tutti noi assunta, esclusi Timea, per la sua età ed Enzo, perché astemio.
Sì, perché ieri abbiamo consumati dieci litri di vino e sette di birra di varie marche.
Il livello di carburazione lo si può notare da quest’ultima foto, sempreché la tua intelligenza non abbia già provveduto in merito, esaminando gli altri scatti.
Tutto però è andato divinamente bene, tanto che se ho ritardata questa pubblicazione, non è stato tanto per il fatto di dover lavorare oggi, quanto per l’aver dovuto smaltire la Pelle di Pasquetta, come detto la vera festa di questi giorni che, comunque, ringrazio davvero Dio per il fatto che siano passati, permettendoci di tornare alla vita ordinaria.