Di Ouday Ramadan
ORGOGLIOSISSIMO
Nella mia vita politica ho vissute tante delusioni, momenti molto difficili. Dalla guerra civile in Libano nel ’75 al genocidio oggi a Gaza; dal crollo dell’Unione Sovietica e del Muro di Berlino all’occupazione americana di Baghdad, all’uccisione del Colonnello Gheddafi. Momenti di grande sconfitta.
Ho però anche vissuti attimi di gloria e di grande vittoria: dalla cacciata degli Israeliani dal Sud del Libano nel 2000 alla loro sconfitta nel 2006. Una grandissima vittoria è stata quella dell’Esercito Siriano sulle orde salafite del terrorismo islamico made in USA.
Sono stato oggetto di diffamazione sugli organi di stampa. Da La Stampa, a Repubblica, all’Espresso, arrivando addirittura a Le Monde che mi ha dedicato un articolone con tanto di mio ritratto in stile vignetta, pezzo nel quale sono stato definito “il megafono fascista del Regime Siriano”. Per me una medaglia al valore.
In questi giorni, durante l’intervista sulla TV Siriana, ho ricevuto l’elogio più bello di tutta la mia vita politica.
In collegamento da Beirut, il combattente della Resistenza Libanese Anwar Idris (ex prigioniero nelle carceri israeliane liberato a seguito degli scambi con Hezbollah nel 2006) mi ha ringraziato pubblicamente elogiando il mio contributo che io ritengo modesto, in appoggio ai popoli oppressi in tutto il globo. Quest’elogio ha riempito il mio cuore di gioia e mi auguro che sia di buon auspicio sulla strada della liberazione di tutti i prigionieri palestinesi, tra cui anche donne e bambini detenuti nelle carceri israeliane.