Di Cesare Scalabrino
IL RISCHIO ERA CHE VENISSERO ASSIMILATE ALLE FABBRICHE
La decisione di lasciar fuori gli allevamenti bovini da latte e da carne dalla nuova direttiva sulle emissioni industriali salva un settore cardine del Made in Italy e del Made in Molise. A sostenerlo è Coldiretti Molise in riferimento all’accordo tra Europarlamento e Consiglio sulla proposta di modifica della direttiva emissioni. Come più volte denunciato da Coldiretti e Filiera Italia, sarebbe stato infatti assurdo paragonare le stalle alle fabbriche obbligandole a sottostare a procedure d’autorizzazione insostenibili.
“Equiparare gli allevamenti anche di piccole/medie dimensioni alle attività industriali – spiega il Direttore regionale di Coldiretti Molise Aniello Ascolese –, appare ingiusto e fuorviante rispetto al ruolo che essi svolgono nell’equilibrio ambientale e nella sicurezza alimentare in Europa. Una vittoria del buon senso che dà ragione a chi come la zootecnia italiana sta facendo tantissimo per la riduzione delle emissioni”.
Una tendenza confermata dagli straordinari risultati degli ultimi anni in cui secondo l’Ispra le emanazioni prodotte dagli allevamenti rappresentano circa il 5% delle emissioni di gas serra, con -24% delle diffusioni degli allevamenti italiani negli ultimi trent’anni, in controtendenza con l’aumento del 16% rilevato a livello mondiale (+44% in Brasile, +23% in Marocco e Turchia e +21% in India). Scendendo più nel dettaglio, non va dimenticato che produrre un chilo di carne nel nostro Paese emette circa un quinto delle emissioni legate alla produzione dello stesso quantitativo in Asia o America, da dove rischiamo di essere costretti ad importare.
“Più penalizzato dal compromesso – osserva ancora Ascolese – esce invece il settore suinicolo, in particolare quello degli allevamenti da ingrasso, mentre poco significative sono le modifiche introdotte al settore avicolo (con qualche eccezione per le ovaiole)”.
Il compromesso, seppur non riconosca a pieno la posizione del Parlamento europeo (che in plenaria si era pronunciato a favore del mantenimento dello status quo) corregge molti degli eccessi contenuti nella posizione iniziale della Commissione che prevedeva una piena inclusione di tutto il settore bovino e rigidissimi limiti per il settore suinicolo ed avicolo. Un risultato ottenuto con il contributo determinante dell’Esecutivo nazionale e di molti europarlamentari italiani che hanno fatto prevalere il principio di una sostenibilità concreta a quella ideologica.
Sulla questione è intervenuto anche il Presidente provinciale di Coldiretti Campobasso Giacinto Ricciuto, il quale ha evidenziato l’importanza del comparto zootecnico nella nostra regione dove operano circa 1200 allevamenti bovini (da latte e carne). “Numeri importanti – ha detto Ricciuto -, ma non dobbiamo fermarci solo a questi perché se ragioniamo in termini economici e consideriamo anche l’industria casearia, molto diffusa in Molise e strettamente legata alla produzione di latte, c’è da dire che questa sviluppa un valore della filiera lattiero-casearia che si attesta intorno ai 25 milioni di euro, coinvolgendo oltre 5000 addetti a monte a valle della produzione”.