Di Vittorio Venditti
Non E’ Tutto Oro Quello Che Riluce
Siamo arrivati anche al “fatidico” Black Friday, (in italiano, letteralmente: Venerdì Nero), un’usanza tutta americana che come al solito è importata anche in Europa, ma soprattutto da noi, italici babbèi. In che consiste? Si tratta di una giornata che cade l’ultimo venerdì di novembre di ogni anno che Dio comanda, nella quale i prezzi di ogni tipo di merce vengono “scontati” per permettere al popolo di potersi organizzare per i regali del prossimo Natale, festa che come vado farneticando da anni, ormai non riguarda più Gesù bambino. Ma che c’entra Amazon? E’ questo l’incipit di quanto scritto lo scorso venticinque novembre duemilasedici, cosa che tolto il modo di redigere del vostro cronista, è rimasta quasi uguale ad allora, eccezion fatta per l’abbonamento a Prime che è più che raddoppiato di prezzo, così come sono aumentati i tempi di consegna della merce ordinata; lontani sono i momenti di previsione sicura del giorno nel quale il corriere portava a destinazione i pacchi con precisione svizzera.
Ciò che lascia molti perplessi è però un’altra faccenda: il fatto che i generosi sconti che prima accendevano speranze di passare un buon Natale in tanti, oggi si riducono a quant’è direttamente marcato Amazon e se si tratta di materiale con scarsa vendita perché consta a chi scrive che determinata mercanzia, non solo non scende di prezzo, ma in qualche caso viene venduta alla stessa cifra normalmente sulla piazza e la sfacciataggine di chi propone tali prezzi fa sì che passi per sincerità e trasparenza anche il ribadire la cifra con o senza la dicitura ‘black friday’.
Sarà Che I Tempi Siano Brutti, Ma Che Si Sia ‘Impoverito’ Anche Amazon…