Di Cesare Scalabrino
La filiera vitivinicola molisana auspica risposte politiche alla grave crisi produttiva innescata dalle abbondanti piogge cadute nei mesi di maggio e giugno che hanno favorita una generalizzata diffusione della peronospora. Il nostro vuol essere un forte appello che il mondo vitivinicolo molisano rivolge alla classe politica della Regione, dai partiti di governo a quelli dell’opposizione.
A vendemmia ormai conclusa possiamo confermare con assoluta certezza un calo medio della produzione di uve di circa il 70%; un dramma che interessa in maniera diffusa tutto il territorio regionale ed in particolare l’area del Basso Molise. I numeri parlano di una perdita su scala regionale pari a circa 500mila quintali di uva. “Se dovessimo quindi fare una stima del mancato reddito delle aziende – afferma il Presidente regionale Claudio Papa – potremmo indicare in circa 18 milioni di euro la perdita sulle uve e 2 milioni di euro sull’imbottigliato”.
Una stima prudenziale induce dunque a ritenere che la filiera vitivinicola della regione Molise subirà un danno economico non inferiore ai 20 milioni di euro. Situazione alla quale la Regione Molise non ha ancora dato risposte chiare, a differenza di altri enti omologhi che hanno, sia pur in misura ridotta, messe a disposizione risorse finanziarie proprie per il comparto vitivinicolo che è strategico per l’agricoltura e per i territori in termini d’occupazione, sviluppo turistico ed enogastronomico.
In questi mesi, a partire dal nascere dell’emergenza peronospora, Coldiretti ha avanzato specifiche richieste a supporto del mondo produttivo, auspicando un sia pur minimo segnale.
“La Coldiretti – rilancia il Vice Presidente regionale Adamo Spagnoletti – sostiene la necessità che le eventuali forme di sostegno non vengano effettuate ‘a pioggia’, bensì attraverso una puntuale valutazione delle reali condizioni delle imprese danneggiate”.
Si propongono pertanto interventi finanziari sotto forma di prestiti bancari a tasso agevolato necessari per la ripresa aziendale, la rimodulazione del pagamento delle rate di finanziamento a medio e lungo termine in essere e la sospensione delle rate di mutuo in scadenza.
In questa fase è particolarmente importante l’azione che il governo regionale deve valutare di poter svolgere nel sollecitare il livello ministeriale a mettere in campo strumenti straordinari per fronteggiare l’emergenza, rimpinguando il fondo di 7 milioni di euro già impegnato, soldi che alla luce di quanto è emerso, sono di gran lunga insufficienti.