Musica: I Testi Di Calcutta, Incomprensibili Come Quelli Di Battiato

Di Luca Giordano

Era il 1980 e Franco Battiato presentava in Rai il suo ultimo singolo ‘L’era del cinghiale Bianco’, venendo quasi deriso in studio da Pippo Baudo che faceva di tutto per sminuire il talento artistico del cantautore suo conterraneo, azzardando una previsione che col tempo si è rivelata totalmente errata sulla carriera dello stesso Battiato che non avrebbe avuto lunga vita visti i suoi testi poco comprensibili ai più.

Battiato e Baudo

Oggi, quarant’anni dopo c’è un nuovo compositore dai testi assai bizzarri di nome Calcutta che arriva da Latina, capace di registrare il tutto esaurito ai suoi concerti anche lui per tanti, il cantante dalle canzoni scialacquate e no sense. Famose sono ormai le frasi dei suoi brani più conosciuti come “Ho fatto una svastica in centro a Bologna | ma era solo per litigare,’ o “Pesaro è una donna intelligente”, ““Ti chiedo scusa se non è lo stesso di tanti anni fa, | leggo il giornale e c’è Papa Francesco | e il Frosinone in Serie A.” o forse la più iconica che dice “Lo sai che la Tachipirina 500 se ne prendi due diventa 1000?”.

Calcutta

Ovviamente non voglio paragonare i due artisti anche perché Battiato è stato e sarà per sempre uno dei più grandi geni della musica italiana (pure per questo non capito) i cui scritti derivano da studi esoterici o d’estrema astuzia culturale visto che il Maestro fu in grado di giudicare in malo modo la società dei suoi tempi con citazioni capaci di celare la vera intenzione del produttore (come in Centro di Gravità permanente). Calcutta invece esprime il disagio provato dalla fine di un amore o dal fotografare la politica odierna con dei versi assai ironici che fanno riflettere se saputi cogliere.

Sicuramente Calcutta non piacerebbe a Pippo Baudo, degno rappresentante di una televisione di Stato nella quale l’apertura mentale era ed è ancora oggi pura utopia.