Di Luca Giordano
A pochissimi giorni dall’ultimo singolo dei Beatles “Now and then” che ha già scalato le classifiche di mezzo pianeta, qualcuno inizia a domandarsi se l’intelligenza artificiale sia entrata definitivamente nel mondo della musica.
Infatti, il brano ha letteralmente riportato in vita la voce di John Lennon (scomparso ormai nel lontano 1980) grazie ad un lavoro d’alta tecnologia che è riuscito a “pulire” e rendere perfettamente udibile la voce dell’artista britannico che aveva lasciata una breve registrazione su una musicassetta qualche mese prima della sua scomparsa.
Se i Beatles hanno lanciato questo nuovo esperimento applicato al mondo della musica, le altre grandi band non stanno lì a guardare. Infatti, in Gran Bretagna è appena terminato il primo tour degli Abba o per meglio dire dei propri avatar. Ologrammi con costumi scintillanti e stivaloni anni ’70 hanno fatto rivivere la magia della dance music senza che i cantanti fossero sul palco.
Non da meno, i Rolling Stones stanno pensando ad uno show del genere: un tour eterno che durerà anche dopo la loro morte.
Certamente ci sarà da discutere sulla moralità di questa tecnologia che permetterà anche di far cantare nuove canzoni ad artisti deceduti ormai da tempo o di permetterne l’esibizione nella loro immagine migliore; poco male però, pensando al beneficio che deriva dal rimpinguare ulteriormente le tasche degli eredi che sicuramente ne saranno entusiasti.