Di Vittorio Venditti
(Foto), Di Salvatore Di Maria
Viva L’Arte Dell’“Arrangio”!
In questa puntata che anche oggi dedicherò alle sconcezze gambatesane, tratterò di un argomento con il quale ti sto tediando dall’apertura di quest’inutile sito: i parchi giochi.
Prendendola da lontano, ecco cosa si poteva vedere lo scorso ventisette novembre duemiladieci, recandosi al di là di corso Roma e del serrone.
Da dire che parte della montagna che puoi vedere nelle immagini appena mostrate, è venuta giù qualche giorno dopo il fermo di questi scatti, tutto ciò, a causa di una frana, quindi della cattiva manutenzione del territorio.
Ecco poi com’era allora il parco giochi posto sulla strada della Madonna, (A te l’onore e l’onere di verificarne lo stato attuale),
parco e strada che oggi non dovrebbero essere tanto dissimili dal tempo nel quale li abbiamo visitati, non senza fatica.
Attenendomi poi ad un dispaccio de “Il Segreto Di Pulcinella”, (io mi guardo bene dal tornare in quel posto a piedi perché la fatica è troppa ed io vorrei vivere ancora un pò’), pare che il “Soffio Divino” della scorsa settimana, abbia sradicati i lampioni ad energia solare, posti in quel luogo per servire gli avventori notturni, volpi, faine, donnole ed altri clienti simili, insomma: Gente che frequenta assiduamente quella zona del paese notte tempo.
Pare che addirittura le batterie che si caricano di giorno con i pannelli solari per poi accendere i lampioni di notte, stiano per terra.
A che titolo tale ulteriore scempio?
Ma la “Grandiosa” impresa è da vedere direttamente nel centro di Gambatesa, all’altezza dello stadio nel quale una domenica sì e l’altra pure, è possibile assistere alle partite di calcio delle locali squadre, sodalizi che generalmente vedono vincere i propri avversari.
Qui, siamo arrivati al paradosso per il quale, mentre il Sindaco si affanna a trovare un gestore per qualcosa che assomiglia ad una cattedrale nel deserto, i pochi bambini che popolano ancora il nostro borgo, alla faccia della politica e dei suoi intrighi, alla faccia di gare d’appalto che pretenderebbero di spillare soldi a chi soldi non ne ha ne vuole spenderne a perdita, alla faccia di una videosorveglianza che, pagata da noi, a noi non serve, vanno a giocare con quei giochi, scavalcando il recinto, magari aiutati proprio dai genitori.
Se accade qualcosa:
A chi dare la colpa di un’eventuale disgrazia?
Dove sono coloro che vengono pagati per far rispettare le Leggi e poi parcheggiano le proprie automobili in divieto e quindi sono i primi a non rispettarne il contenuto?
Ecco dunque un altro bel risultato raggiunto a nostre spese da chi, da me votato perché ritenuto Capace, ha dimostrata tutta la sua pressappocaggine, aiutato dai suoi consiglieri, ma anche da quei quattro fessi che se si fa un consiglio municipale, si presentano in qualità di oppositori a quello che loro ritengono “l’attuale regime dittatoriale di Emilio Venditti”, regime però da loro assecondato con i loro voti spesso favorevoli, e sicuramente con il loro non parlare, cosa che poi vorrebbero far passare per atto a loro imposto, cosa che denota la loro incapacità d’azione a contrasto di decisioni che loro dicono in teoria di non condividere, cosa che secondo la politica del “presto dimenticare” vorrebbe dar loro la strada in discesa alle prossime elezioni municipali.
In definitiva, questa massa di imbecilli, pensa di zittire chi fa loro le pulci, ostinandosi a non voler capire che il tempo del farsi i fatti propri a spese altrui è finito, almeno secondo i vecchi schemi, fritti e rifritti.
Oggi, politici di maggioranza ed opposizione, è bene che capiscano che per cercare di trarre vantaggio dalla Cosa Pubblica, si deve agire tenendo conto del fatto che i tempi sono cambiati e che la vera sorveglianza, magari gratuita, è nelle mani di chi, stanco di queste ruberie, li tratta come meritano, fregandosene delle loro reazioni, in attesa di trarre lui vantaggio vero da un agire teso a ripristinare un minimo di onestà d’azione, dato dal vero saper fare politica, magari proposto da gente che con questi pagliacci nulla ha a che vedere.