Di Vittorio Venditti
Poi Si Lamentano Se Si Preferisce Facebook
Oggi qualcuno si arrabbierà perché chi scrive ‘sputa nel piatto nel quale mangia’. Il vostro cronista si rifocilla in ben altri trogoli perché se dovesse farlo con ciò che scrive sarebbe morto da tempo per la gioia di non pochi.
Resta il fatto che se la stampa è veicolo d’istruzione e futuro sviluppo, in molti tra color che son riusciti a nascere a nuova vita hanno ben compreso che forse i giornali et similia non sono il posto migliore per comprendere ciò che accade attorno a loro (in lingua corretta) e per questo si rivolgono, sempre più insistentemente, a social e quant’altro di simile venga loro proposto: Sbagliando?
Campi Flegrei, la Marina americana ai militari a Napoli: «Siate preparati. Portate un kit d’emergenza a casa e a lavoro», scritto sano in sé, ma che presenta uno scatto sul quale riflettere:
Ciò però non basta e la ciliegina sulla torta viene proposta come se questa vincesse una puntata straordinaria del vecchio Barile Raschiato con quest’intervista cliccabile per il gusto dei masochisti. Il concentrato di spazzatura appena raccattato in tali disgustosi recipienti, mettendo in chiaro quanto già abbondantemente certificato in tema di proposte derivanti da chi risponde alle domande, ha avuto bisogno del fatto che anche l’intervistatore si mettesse al pari in ogni senso, cosa che come si evince è davvero ben riuscita.
Concludendo. In considerazione della fiorente attività commerciale che vede giornalmente ad esempio lo scambio di vagonate di virgole superflue tolte da innumerevoli e qualche volta anche autorevoli pezzi arrivati in redazione con il coraggio di mettere l’apostrofo laddove la lingua italiana lo richiede, cosa che nonostante l’americana cancel culture, per il momento non è ancora considerabile un crimine di guerra da punire con la messa al rogo, bene fa e si spera continui a proporre l’Ordine dei giornalisti (in particolare quello del Molise) in tema di corsi d’educazione in ogni campo; meglio sarebbe se si cominciasse a ‘rinfrescare’ la lingua di Dante a molti articolisti che inviano alle redazioni (spesso a fronte di sia pur piccoli compensi, ma a pagamento), pezzi in ‘taliano correggiuto’ che se vengono rivisti laddove sia presente qualche correttore di bozza è davvero un onore per chi riesce a pubblicare, atteso che se normalmente tutto venga dato in pasto ai lettori con i risultati ‘guardabili’ su tante testate, (cosa che a sentire ragazzi preparati e vogliosi di leggere è scandaloso) in molteplici casi tali prodotti arrivano direttamente nel cestino senza nemmeno venir esaminato il contenuto che potrebbe essere anche valido, ma che soccombe alla mancanza di tempo necessaria alla sua revisione non certo politica.
Lavoro? Sviluppo? Buona Editoria? MMMAH!!!